CORIGLIANO ROSSANO Per Domenico Furgiuele è ormai un mantra: «Il reddito di cittadinanza è un vergognoso voto politico di scambio». Il neo riconfermato deputato della Lega, eletto nel collegio camerale di Corigliano Rossano, in città tira le somme di una breve ma intensa campagna elettorale e ripete che quella misura «è un vero e proprio ricatto». Poi punta sui grandi temi – statale 106, tribunale, prossime amministrative, il futuro del suo partito – e fa autocritica rispetto quel populismo che non ha generato risultati e ad una flessione dei consensi che, comunque, in Calabria ha prodotto di più in termini di presenza leghiste tra i vari livelli istituzionali, Camera, Senato, Consiglio regionale.
«La strategia di un competitor che mi ha definito immigrato politico – esordisce Furgiuele incontrando la stampa – non ha pagato, mentre dall’altra parte abbiamo registrato un vergognoso voto politico di scambio, attuato dal Movimento Cinque Stelle, cavalcato dai candidati e difeso da Conte. Quella misura è un vero e proprio ricatto».
«Ho votato a favore del reddito di cittadinanza – ricorda il deputato – ma va rimodulato, non abolito. Provengo da un’estrazione di destra sociale e per questo sono convinto che quel provvedimento vada ripensato per quei giovani, ad esempio, che non possono lavorare e vada reso impermeabile ai trucchetti per percepirlo, come i divorzi fittizi. Dobbiamo concentrarci su una giustizia sociale vera».
Il deputato di Lamezia Terme racconta di aver condotto una campagna elettorale borgo per borgo, casa per casa, «vecchio stampo» e poi si concentra sulla statale 106 e, nel particolare, sul terzo megalotto. «Dobbiamo capire le ragioni dei ritardi dei lavori e, se è vero che determinate assunzioni siano pilotate da un sindacato».
«Non è poi accettabile – aggiunge Furgiuele – che la terza città della Calabria rimanga ancora senza un tribunale, un presidio di giustizia. Sono qui per ribadire la mia presenza a Corigliano Rossano, Cassano, alla Sibaritide: non hanno eletto un parlamentare ma ne hanno guadagnato uno che raccoglierà le istanze e le porterà in Parlamento».
Il rappresentante della Lega accende i riflettori anche sulle prossime amministrative. «Dovremo dare continuità al progetto del centrodestra con donne e uomini di Corigliano Rossano che sono scese in campo come Maria Carmela Iannini (candidata al collegio proporzionale, ndr). Vogliamo metterci a disposizione e devo ringraziare Fratelli d’Italia, Forza Italia e Noi Moderati. Ho incontrato Pasqualina Straface, Giuseppe Graziano, Ernesto Rapani. A loro dico che la Lega c’è, che si metterà a disposizione in punta di piedi ma che dirà la sua. Partendo da Corigliano Rossano abbiamo intenzione di costruire una grande Lega, un soggetto popolare e non populista, aperti ad altre esperienze politiche, aperto ai giovani; un soggetto che vuole impegnarsi attraverso la fase della proposta».
La flessione nei consensi e le questioni correntizie interne come il nascente “Comitato per il nord” fondato da Umberto Bossi, non preoccupano particolarmente Domenico Furgiuele ed il futuro che la Lega potrebbe scrivere nelle regioni del Sud.
«Oggi – spiega il parlamentare – il partito vanta un deputato e due senatori, prima avevamo un solo rappresentante alla Camera ed uno al Senato. Rispetto al 2015 siamo cresciuti. Il senatùr? Vale la legge dei grandi numeri, agli incontri nazionali ho visto un partito unito, ma stare al governo con Pd e cinque stelle non ha aiutato. Bossi ha scritto pagine importanti della storia italiana ma oggi non credo che possa trovare sponda nel rievocare un passato ormai decontestualizzato dal Paese».
Nella sede locale del partito, prima della conferenza stampa, Furgiuele ha incontrato anche Elisa Scutellà, deputata del Movimento Cinque Stelle, in attesa della eventuale riconferma – se ne dibatte ormai da giorni – nell’ambito delle grandi manovre sugli “scarti” e tra i meandri dell’arzigogolata legge elettorale. (l.latella@corrierecal.it)
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