CATANZARO Sono stati assolti con formula «per non aver commesso il fatto» Mario Iozzo, Luciano Iozzo e Giuseppe Gregorio Iozzo, accusati di essere i mandanti del duplice omicidio di Giulio Cortese e della convivente Inna Abramova avvenuto il 27 aprile 2009 a Chiaravalle Centrale, freddati davanti alla scuola materna dove poco prima avevano accompagnato le due figlie. Lo ha stabilito la Corte d’Assise di Catanzaro presieduta da Alessandro Bravin, al termine di un’udienza nel corso della quale il pubblico ministero Debora Rizza aveva chiesto l’ergastolo per tutti e tre gli imputati.
Secondo l’accusa – contenuto in uno stralcio della più vasta inchiesta Orthrus – Cortese sarebbe stato “punito” per avere reso dichiarazioni agli inquirenti su Giuseppe e Mario Iozzo, attinti da provvedimento di fermo con l’accusa di danneggiamenti, estorsioni e porto illegale di armi da fuoco. Inoltre Giulio Cortese sarebbe stato alleato con la famiglia degli Allegrotto che era in contrapposizione con gli Iozzo. Dopo il tentato omicidio di Allegrotti erano seguiti numerosi episodi di danneggiamento in danno di soggetti vicini alla famiglia Iozzo. Una faida che avrebbe avuto seguito ad aprile 2009 con l’esplosione di diversi colpi d’arma da fuoco contro Cortese e la Abramova. Ma a dare l’ordine, secondo la Corte d’Assise di Catanzaro, non sono stati i tre imputati, difesi dagli avvocati Saverio Loiero, Vittoria Aversa e Antonio Ierardi.
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