COSENZA Il processo penale telematico dovrebbe costituire la vera svolta per la riduzione del tempo e rendere più agevole l’accesso ai servizi da parte degli operatori del settore. Il tema è stato oggetto di una profonda riflessione, nell’ambito di un evento organizzato dalla Camera penale di Cosenza. I relatori hanno discusso di opportunità e rischi del processo telematico, della questione delle udienze a distanza (da remoto), un ambito delicato su cui le Camere penali italiane hanno sempre mosso forti riserve.
«Il processo telematico offre alcune opportunità, sicuramente per noi avvocati quella di ridurre i costi accessibili e i costi sui viaggi o sul deposito», sostiene l’avvocato Eugenio Naccarato del foro di Cosenza che poi aggiunge: «Vi sono alcune criticità, soprattutto nella fase transitoria. Le regole tecniche ancora devono essere stabilite da un regolamento ministeriale e anche da un provvedimento della direzione generale, i sistemi informativi automatizzati potrebbero portare alcuni rischi sulla possibilità di nuove inammissibilità degli atti di impugnazione o sull’accessibilità diretta al fascicolo. Che poi è il nostro principale obiettivo».
Secondo il penalista, il processo a distanza (da remoto) previsto dalla Legge Cartabia «prevede la possibilità di sentire dei testimoni a distanza ma ancora mancano le regole tecniche. La video registrazione della testimonianza e le videoconferenze ancora non hanno preso piede. Mancano gli applicativi e anche i sistemi di sicurezza per trasmettere a distanza». «In ogni caso – chiosa – la specificità del processo penale oggi non lo consente e per fortuna aggiungerei».
«Ritengo che il processo telematico possa offrire solo opportunità, i rischi eventuali potrebbero palesarsi nel primo periodo di rodaggio, da parte degli operatori e anche di noi avvocati», suggerisce il penalista Francesco Calabrò.
Il legale è convinto dell’opportunità di «affrontare il tema e confrontarsi con questa nuova dimensione, senza dimenticare che il procedimento dovrà essere necessariamente più efficiente». «I colleghi civilisti – sottolinea – hanno da più tempo sperimentato il sistema del processo telematico. Noi penalisti arriviamo un po’ in ritardo e dobbiamo dobbiamo essere fieri di questo intervento ma dobbiamo arrivare preparati».
«Il processo penale telematico è un’opportunità per l’avvocatura e in generale per la giustizia perché il penale fino ad oggi è sempre stato legato alla carta. Il nostro è un processo prevalentemente in presenza e quindi cambiare metodo e pensare al futuro è doveroso. Un momento importante per l’avvocatura penale». Lo sostiene al Corriere della Calabria, l’avvocato Fabrizio Loizzo.
Il penalista poi precisa: «E’ un’opportunità che ovviamente va valutata tenendo conto alcune criticità che derivano da un sistema di tipo primordiale nato – questo è bene dirlo – in un momento nel quale tutto il paese era in lockdown». Secondo Loizzo, «si è ragionato spinti dall’emergenza Covid o non con l’intenzione di riformare la giustizia penale». La Riforma Cartabia sta «cercando di dare una strutturazione adeguata, e gli avvocati penalisti certamente accetteranno la sfida del telematico nell’interesse della Giustizia, sperando sempre di rimanere sentinelle dei diritti dei più deboli».
Nell’analisi sui rischi e sulle opportunità offerte dal processo telematico, occorre porre delle distinzioni tra l’aspetto pratico e l’aspetto tipicamente sostanziale. «Per quanto attiene l’aspetto pratico, le possibilità per l’utente abilitato al portale riguardano soprattutto il deposito degli atti penali mentre gli aspetti critici sono legati all’esercizio dell’attività professionale. Facendo un esempio, la verifica della corrispondenza tra il contenuto presente all’interno del fascicolo cartaceo e quanto viene depositato a livello digitale», suggerisce l’avvocata Alessandra Pina Rizzuto.
Secondo la penalista, vi sono alcuni aspetti garantisti «legati senz’altro all’utilizzo del sistema della videoregistrazione». Tuttavia, aggiunge la legale: «per quanto riguarda la audizione dei testi anche in questo caso le criticità intervengono nel momento in cui cambieranno i criteri di valutazione della prova». E pone un esempio. «Oggi abbiamo la possibilità di ascoltare in aula l’udienza nel contraddittorio tra le parti e i testimoni presenti all’interno della stesso spazio fisico, con il processo penale telematico invece ciascuna parte potrà dislocarsi in ambienti virtualmente differenti». In buona sostanza, per l’avvocata del foro di Cosenza è opportuno «porre dei correttivi rispetto a delle situazioni che allo stato rappresentano storture palesemente in contrasto con i profili costituzionali».
(f.benincasa@corrierecal.it)
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