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«Rende 2022: annus horribilis»

«Il 2022, certamente tra i più difficili per l’umanità intera tra crisi pandemica, economica e con la più insensata e sanguinosa delle guerre alle porte d’Europa, per la città di Rende è decisamen…

Pubblicato il: 31/12/2022 – 11:35
di Marina Simonetti e Massimo La Deda*
«Rende 2022: annus horribilis»

«Il 2022, certamente tra i più difficili per l’umanità intera tra crisi pandemica, economica e con la più insensata e sanguinosa delle guerre alle porte d’Europa, per la città di Rende è decisamente un anno da dimenticare. La città che ospita l’istituzione culturale più prestigiosa e importante, l’Università della Calabria, con caratteristiche socio-economiche sebbene decrescenti comunque ancora le migliori della regione, appare sempre più decadente e isolata dalle dinamiche di sviluppo del contesto meridionale e nazionale. L’anno si chiude per come è iniziato: centinaia di salme in attesa di tumulazione; nella trascuratezza e nel degrado del centro così come delle contrade e frazioni; con il centro storico ma anche le aree commerciali e industriali, un tempo fiore all’occhiello per dimensioni e funzioni, sempre più simbolo dell’abbandono che si rende drammaticamente evidente quando a causa delle non più inusuali piogge consistenti si verifichino allagamenti e danni. La città che si autodefinisce città europea dello sport tiene chiuso da tre anni lo stadio Lorenzon e concede con rientri irrisori ai privati gli impianti sportivi, sottraendoli all’uso pubblico e accessibile a tutti. I lavori di ristrutturazione delle scuole procedono con grande ritardo con gravi disagi per alunni e  famiglie, mentre Il comune paga locazioni esose per locali da adibire a scuola. A rendere plastico il fallimento della giunta in carica bastano due immagini: il ponte sul Surdo e le pericolose quanto inutili rotatorie realizzate in centro città. Esse rappresentano l’ennesima dimostrazione che sono tante e tali le ragioni di critica nei confronti dell’attuale maggioranza che le ultime vicende giudiziarie rendono solo più triste e buio il quadro politico e amministrativo cittadino. Da mesi la città è senza sindaco, del vice, dell’assessore ai lavori pubblici e di alcuni dirigenti apicali; da tre mesi e per i prossimi tre una commissione prefettizia sta verificando l’operato dell’amministrazione. Ai più una condizione che appare di una gravità istituzionale senza precedenti che oggettivamente sta ulteriormente aggravando lo stato di deriva della città. Tuttavia la richiesta delle minoranze di chiudere questa esperienza sono rimaste senza risposta, se non un arroccamento ancora più strenuo delle maggioranza che pur di non perdere la propria posizione non si cura degli effetti che tutto ciò provoca. Atteggiamento davvero irresponsabile di cui presto speriamo si possa chiedere conto. Dobbiamo voltare pagina. Alla Rende democratica, progressista, di buon senso spetta il compito di costruire una nuova prospettiva all’altezza della sua storia e del suo prestigio al momento colpevolmente offuscati. Questo l’impegno e l’augurio per l’anno che verrà».

*Attiva Rende

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