CATANZARO Questioni contabili da valutare e rivalutare. Pretese debitorie che saranno sottoposte a verifiche stringenti da parte di Asp e Ao, con il supporto della Guardia di finanzia. Il primo step segnato dalla ricognizione del debito sanitario presenta aspetti da approfondire, ma anche qualche punto fermo segnato dal governatore Roberto Occhiuto. «La Calabria e la comunità nazionale aspettavano da 12 anni che si facesse la ricognizione del debito, da quando è cominciato il commissariamento – spiega Occhiuto –. In pochi mesi l’abbiamo fatta e abbiamo dimostrato che questo debito “monstre” di cui si è tanto fantasticato – 3 miliardi, 4 miliardi – non c’è in Calabria perché è un debito che al massimo può essere di 862 milioni, almeno quello fino al 2020, poi c’è il debito relativo agli ultimi due anni ma quello è nel circolante delle aziende. E questo numero è suscettibile di importanti riduzioni, perché molte di queste pretese creditorie probabilmente sono duplicate, sono considerate anche pretese creditorie delle società che hanno acquisito i crediti, e molte aziende vantano importanti crediti derivanti da extrabudget, che sono tutti quanti da verificare».
Occhiuto ne sottolinea «una in particolare, che riguarda il Sant’Anna che ha chiesto 100 milioni per l’extrabudget ma l’Azienda sanitaria provinciale di Catanzaro ritiene che non esista. Questo debito, questo numero dunque si ridurrà ulteriormente e stiamo dimostrando, anche attraverso la ricostruzione dei conti, che la sanità in Calabria può essere governata. Partire dai conti significa creare le condizioni perché le aziende possono erogare le prestazioni sanitarie».
«Il vero dramma della sanità calabrese – ha spiegato il governatore e commissario – non sta nei conti, perché è una sanità in avanzo e con un debito che presumibilmente è inferiore a quello di molte regioni del Centro Sud, il dramma della sanità calabrese sta nel fatto che il motore è spento, non eroga prestazioni di qualità e costringe migliaia di calabresi a doversi curare fuori dalla Calabria, arrecando un danno al budget delle famiglie ma anche al budget della sanità regionale».
«Non escludo nulla, ma il mio modo di procedere è fare intanto il mio dovere, dimostrare al governo che per la prima volta un commissario della Sanità è riuscito a dimostrare che non c’è deficit nella sanità calabrese ed è riuscito a fare la ricognizione del debito», ha poi detto Occhiuto rispondendo ai giornalisti che gli chiedevano se chiederà l’azzeramento del debito al governo. «Una volta che avrò dimostrato di saper fare il mio lavoro – ha rilevato Occhiuto – chiederò al governo eventualmente di farsi carico del debito che avessero prodotto i commissari, che sono stati lasciati soli dal governo negli anni passati. Non voglio gettare la croce sui commissari precedenti, tutte brave persone, alcune anche con competenze in materie sanitarie come Scura ma altri si erano sempre occupati di altro nella loro vita. È come se mandassero me a dirigere un reggimento della Guardia di Finanza o dei carabinieri. Lo Stato li ha lasciati da soli, non ha dato loro le risorse e gli strumenti anche normativi per fare il loro lavoro, quindi c’è una responsabilità del governo nazionale negli ultimi anni. C’è evidentemente il pregiudizio che questa regione sia ingovernabile e soprattutto la sanità di questa regione sia ingovernabile. Noi siamo cercando di sradicare questo pregiudizio, che è stato alimentato secondo me anche dall’interesse di molte parti del Paese che hanno guadagnato sull’inefficienza della sanità calabrese e sul gap tra la nostra sanità e quella delle altre regioni».
Il governatore e commissario ha poi osservato: «Oggi dunque abbiamo comunicato il dato massimo del debito della sanità e abbiamo specificato che questo dato è suscettibile di importanti riduzioni, e le riduzioni – ha proseguito Occhiuto – saranno più precisamente indicate nei consuntivi delle aziende sanitarie e ospedaliere che saranno approvati entro aprile o maggio di quest’anno, quindi con largo anticipo rispetto alle previsioni del governo e del Parlamento quando ha approvato le norme che hanno regolato le attività di circolarizzazione obbligatoria».
Quanto all’ipotesi di una fine del commissariamento, Occhiuto ha affermato: «Se riscontrassimo nelle strutture del governo un atteggiamento ostativo potremmo essere anche indotti a dire che siamo stanchi. Insomma, commissariamento sì ma a condizione che aiuti a accendere il motore della sanità calabrese». (redazione@corrierecal.it)
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