VILLA SAN GIOVANNI Il terremoto che ha devastato la Turchia e la Siria rimette al centro dell’attenzione la realizzazione del Ponte sullo Stretto. Un’opera che dovrebbe essere eretta nella zona con la maggiore sismicità del Paese. E in cui si è registrato il più grande terremoto in Europa, simile a quello avvenuto tra la Turchia e la Siria. Il sisma del del 28 dicembre 1908 ebbe un’intensità di magnitudo 7,1 e causò la morte di decine di migliaia di persone nell’area dello Stretto. Si calcola tra 75.000 e 82.000.
Da qui l’attualità del caso che diviene anche politico. A tranquillizzare su eventuali rischi connessi alla costruzione dell’infrastruttura che unirebbe la Calabria alla Sicilia (proprio nell’area colpita nel 1908 dal sisma) ci pensa il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, che ai microfoni di Radio Capital afferma: «Ingegneristicamente la struttura del Ponte sullo Stretto non avrebbe nessun rischio sismico, anzi una struttura cosi’ alta ed elastica assorbirebbe» eventuali scosse. Per il ministro il problema semmai è un altro: «La questione – afferma a questo proposito – è trovare i quattrini per unire la Sicilia al resto dell’Italia».
Di parere diametralmente opposto Angelo Bonelli co-portavoce di Europa Verde e deputato di Verdi e Sinistra.
«Nemmeno di fronte ai terremoti Salvini riesce a trovare un barlume di saggezza – afferma in una nota -. Alcuni giorni fa il magnifico ministro per le infrastrutture Matteo Salvini ha inaugurato una rotatoria, oggi invece ci rassicura che non c’è alcun rischio sismico nella zona di Messina. Esattamente l’opposto di quello che dicono gli scienziati, ma anche le stesse relazioni che accompagnano la proposta – che riteniamo folle – del Ponte sullo Stretto».
«È da sottolineare per contro che la quasi totalità delle case nelle aree di Messina e Reggio Calabria – ricorda il portavoce di Europa Verde – non sono a norma per quanto riguarda la prevenzione del rischio sismico: Salvini, invece di sperperare 10 miliardi di euro per realizzare il famigerato ponte, utilizzi queste risorse – che dubito siano nella disponibilità del Governo – per mettere in sicurezza il patrimonio edilizio dal rischio sismico ed efficientandolo dal punto di vista del risparmio energetico». «Anche perché il rischio è che in caso di terremoto – conclude Bonelli – che speriamo non si verifichi mai, ciò che ne resterebbe sarebbe la visione di un ponte con intorno macerie». Schermaglie che rendono l’idea come sulla realizzazione del ponte sullo Stretto di Messina – ventilata da decine di anni – ci sia una divergenza assoluta di visioni. (rds)
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