CROTONE Nuovo ricorso al Tribunale amministrativo regionale della Calabria sulla gestione del servizio idrico calabrese. I dodici comuni della provincia di Crotone che hanno aderito al Congesi, consorzio che gestisce il sistema idrico integrato territoriale, hanno deciso di presentare un nuovo ricorso al Tar Calabria. Questa volta per chiedere l’annullamento del decreto n. 9 del 20 gennaio scorso, con il quale era stato rivisto il cronoprogramma generale di subentro operativo del gestore unico d’ambito Sorical Spa. Il primo ricorso era stato presentato lo scorso 8 febbraio, per chiedere l’annullamento del decreto elaborato dall’Arrical, multiutility regionale, con il quale era stato affidato a Sorical la gestione del sistema idrico integrato in Calabria. Sul primo ricorso il Tar Calabria ha fissato l’udienza il prossimo primo marzo. Temendo la circostanza che il Tar possa accogliere il primo ricorso, lo scorso 20 gennaio, l’Arrical ha emesso il decreto n. 9 con il quale “rivede il cronoprogramma per il passaggio al gestore unico assegnando tempi molto più dilatati in una logica di maggior coinvolgimento e partecipazione delle amministrazioni coinvolte”. Anche contro questo secondo decreto, quindi, i dodici sindaci della provincia di Crotone hanno deciso di presentare ricorso al Tribunale amministrativo dando incarico all’avvocato Alfredo Gualtieri, già nominato per il primo ricorso. La decisione è stata presa questa mattina a conclusione di una riunione tenutasi presso il palazzo comunale di Crotone. La rivisitazione del cronoprogramma, anche se rappresenta un segnale di novità perché si “si prende atto delle criticità rappresentate dalle amministrazioni locali ed avvia un percorso di concertazione preventiva finalizzato ad analizzare le peculiarità di ogni gestione sul territorio”, lascia ancora in sospeso questioni importanti quali quelle economiche, che avevano spinto i Comuni a presentare il primo ricorso al Tar. Le questioni vere sollevate dai Comuni non sono riconducibili alla vicenda di modalità di subentro, che potrebbero essere risolte allungando i tempi della concertazione. Il nocciolo del problema è rappresentato dalla questione del debito pregresso e questo aspetto non solo non viene modificato, ma non si fanno nemmeno ipotesi per rivedere la situazione. Tra il Congesi e la Sorical risultano pendenti una serie di contenziosi attinenti al costo della fornitura dell’acqua all’ingrosso. La Sorical da tempo porta all’incasso del Congesi un credito di 25 milioni di euro, per debiti pregressi, che i Comuni e lo stesso consorzio non intendono pagare. Secondo i Comuni e lo stesso Congesi, i debiti pregressi dovrebbero automaticamente essere assorbiti da Sorical, quale soggetto subentrante nella gestione del servizio, così come prevede la normativa nazionale: chi acquisisce una azienda prende anche i debiti pendenti. Anche l’organizzazione proposta dalla Regione per la riscossione delle bollette rappresenta un punto di criticità. Secondo il progetto della Regione, Sorical diventa soggetto che emette le bollette e incassa direttamente dai singoli utenti, dopo di che mantiene per sé le somme dovute per la fornitura dell’acqua e scarica sui Comuni il mancato incasso legato alla morosità dell’utenza. I Comuni, dal canto loro, nei propri bilanci dovrebbero garantire le spese storiche per le forniture dell’acqua. Se ci sono morosità e Sorical non incassa la cifra prevista, spetta ai Comuni risarcire magari recuperando le somme mancanti avvalendosi nei confronti dei propri cittadini. Anche in questo caso, infatti, la normativa è chiara: i servizi devono essere pagati interamente dai soggetti che li utilizzano.
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