CROTONE Il segretario della federazione del Partito democratico della provincia di Crotone, Leo Berberio, chiede la costituzione di un tavolo istituzionale per affrontare l’emergenza idrica. In una nota diffusa oggi, Berberio scrive: “Un tavolo istituzionale all’interno del quale si possono fissare le condizioni necessarie a soddisfare i bisogni del territorio crotonese, indicando un ordine abbastanza specifico di priorità che parte dall’uso domestico a quello agricolo, per finire a quello industriale”. A sollevare il problema della scarsa disponibilità di acqua era stato il presidente del Consorzio di bonifica “Ionio crotonese”, Roberto Torchia. Secondo Torchia siamo già in una fase di crisi idrica visto che già dal primo marzo scorso “i due bacini silani avevano 35 milioni di metri cubi a fronte di una capienza di 160 milioni di metri cubi”. I dati sono noti alla Regione, dove si sono tenute diverse riunioni. La disponibilità attuale di acqua non è, quindi, nemmeno un quarto della capienza che hanno laghi della Sila. Siamo in piena emergenza e Torchia chiede di “applicare il buon senso” e fare in modo che “i rilasci di acqua ai fini idroelettrici dovrebbero essere collegati ai fabbisogni del territorio (potabile, agricolo e industriale)”. Il presidente del Consorzio “Ionio Crotonese”, in altri interventi aveva sollevato il problema che, l’acqua utilizzata per la produzione di energia elettrica, veniva e viene scaricata a mare, in un contesto territoriale, quello della provincia di Crotone, dove la mancanza di acqua impedisce la coltivazione di prodotti agricoli di alta qualità e provoca danni al settore turistico. Sono anni che, nella provincia di Crotone, durante il periodo estivo scoppiano proteste per scarsa disponibilità di acqua potabile e da potabilizzare. Questo situazione ha una ricaduta fortemente negativa sulle attività turistiche proprio quando la presenza raggiunge picchi importanti. La proposta di Torchia, quindi, in questa fase di crisi, è quella di sacrificare la produzione di energia elettrica per garantire “i fabbisogni” della popolazione e delle attività produttive (agricoltura ed industria). Proprio oggi la società A2A, che gestisce le centrali idroelettriche alimentate con le acque della Sila, ha fatto sapere che attualmente “si utilizzano per la produzione di energia idroelettrica le sole acque che naturalmente fluiscono a valle”. La A2A non ha chiarito, però, dove finisce l’acqua utilizzata. Barberio condivide le preoccupazioni di Torchia e ricorda che i dati Istat, pubblicati di recente, dicono che “l’interruzione del servizio idrico nei capoluoghi delle province calabresi rappresentano un preoccupante fenomeno di vero e proprio razionamento”. “A Crotone, per esempio, – scrive Barberio – la riduzione dell’acqua per uso domestico si è protratta per ben 12 giorni ed ha coinvolto il 67% della popolazione.
Ora, aldilà della fotografia che dà l’Istat, crediamo sia necessario come Pd soffermarsi su quanto si prevede debba accadere nell’immediato futuro sull’annunciata crisi idrica che rischia di colpire proprio il nostro territorio”. Secondo Barberio, “l’allarme lanciato dal presidente del Consorzio di bonifica del Crotonese, Torchia, non può essere sottovalutato dagli enti che “condividono” il governo del sistema idrico nel territorio” ed evidenzia che “in una condizione di crisi del sistema idrico acclarata bisogna compiere scelte che prevedono una netta soluzione di priorità.
Bisogna partire dalla garanzia delle utenze idriche delle famiglie per finire agli usi industriali e produttivi. E nel mezzo di queste necessità rimane centrale l’uso irriguo per il comparto agricolo del territorio crotonese.
Le colture tipiche e quelle variamente messe a coltivazione hanno bisogno dell’acqua per garantire produzione e occupazione”. Continuando, scrive “che nella provincia crotonese il sistema idrico presenta diversi attori ad iniziare da Sorical, per passare poi a Congesi, al Consorzio di Bonifica ed anche ad A2A”. Una pluralità di enti che spesso hanno acuito i problemi, perché “tali attori rappresentano momenti separati di gestione”.
“Assistiamo con rammarico – conclude Barberio – che non siano stati utilizzati ancora nel settore le risorse del PNRR che potevano invece incentivare attività di governabilità e di sviluppo delle risorse idriche”. Barberio non lo dice, ma si potrebbe puntare alle risorse offerte dal PNRR per costruire nuovi invasi per la raccolta e la conservazione dell’acqua, compresa quella che viene utilizzata da A2A per produrre energia.
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