CATANZARO Il richiamo al rispetto dei valori della democrazia e della libertà, il richiamo alla necessità di una festa condivisa e a non dividersi, il no alla guerra: sono stati questi i temi che hanno caratterizzato la celebrazione della Festa della Liberazione in Calabria.
La cerimonia si è svolta presso il Monumento ai Caduti, nella centralissima Piazza Matteotti, alla presenza del prefetto di Enrico Ricci e del sottosegretario all’Interno Wanda Ferro. “oggi – ha detto il prefetto Ricci – è l’occasione per confermare il nostro giuramento di fedeltà, come cittadini, ai valori repubblicani, valori che sono scritti nella Costituzione. Una festa repubblica, una delle più importanti perché il 25 aprile c’è la radice dei nostri valori costituzionali”. A sua volta la Ferro ha evidenziato: “Oggi è una festa di libertà e di democrazia per rinnovare quel sentimento di libertà che abbiamo maturato in oltre 30 anni di storia della destra parlamentare, che deve vedere una riconciliazione del Paese e soprattutto una difesa dei valori di democrazia e libertà ancora di più in questo nostro tempo nel quale c’è un conflitto che vede ovviamente impegnata l’Ucraina e noi affiancare chi continua a essere danneggiato da una furia che andrebbe sospesa il prima possibile, e questo è l’auspicio di tutti quanti. Le polemiche di questi giorni – ha aggiunto il sottosegretario all’Interno – non servono ad unire, non servono al Paese e spesso tendono a danneggiare chi in questo momento rappresenta la maggioranza del Paese per volere degli elettori, quando abbiamo detto chiaramente qual è il nostro parere su tutti i regimi autoritari e su quello che è stato un conto molto salato per la nostra nazionale. Non abbiamo mai guardato indietro, ma guardiamo avanti con la consapevolezza dei valori di democrazia e libertà. E’ un momento delicato per l’Europa, è un momento delicato per l’Italia, che deve vedere accanto a sé una compagine politica che dia sempre più autorevolezza al nostro Paese, che – ha concluso la Ferro – dia più forza rispetto alle grandi sfide che stiamo attraversamento, sfide umanitarie ma anche economiche”.
Anche a Cosenza, questa mattina, in piazza della Vittoria, si è svolta la consueta cerimonia militare al cospetto delle più alte autorità militari e civili cittadine e dei rappresentanti di tutte le associazioni militari e combattentistiche d’arma e di una folta rappresentanza degli istituti scolastici della città. Presenti il prefetto Vittoria Ciaramella, il questore, Michele Spina, il comandante provinciale dell’Arma dei carabinieri, Saverio Spoto, il comandante provinciale della Guardia di Finanza, Giuseppe Dell’Anna, il comandante interinale del 1° Reggimento Bersaglieri, tutti rappresentanti provinciali delle altre Forze Armate, dei Vigili del Fuoco, della Polizia Penitenziaria e delle polizie locali, della Croce Rossa Italiana. Presente alla cerimonia anche una rappresentanza dell’amministrazione comunale di Cosenza unitamente al sindaco Franz Caruso. La cerimonia è iniziata con lo schieramento di una formazione interforze, in armi, composta da militari di tutte le Forze Armate – Carabinieri, Esercito con i Bersaglieri del 1^ Reggimento, Marina Militare della Capitaneria di Porto di Corigliano-Rossano, Aeronautica Militare del distaccamento di Montescuro – della Polizia di Stato e dei Corpi Civili dello Stato, della Polizia Penitenziaria, insieme ad unità dei Vigili del Fuoco, della Croce Rossa Italiana e del Corpo Volontarie. Corale la partecipazione delle Associazioni combattentistiche d’Arma con i loro vessilli, del Comune e della Provincia di Cosenza con i rispettivi Gonfaloni. A seguire sono stati resi gli onori al prefetto Ciaramella, che accompagnata dal comandante provinciale dei Carabinieri e dal sindaco ha dapprima passato in rassegna i reparti in armi sulle note della “Fedelissima” e quindi presenziato alla tradizionale cerimonia dell’alzabandiera, scandita dalle note dell’”Inno di Mameli”.
“Al di là delle diatribe politiche c’è la saggezza della nostra gente. Il 25 aprile è la storia di questo Paese è non ha nessun tipo di coloritura. Sbaglia chi tenta di dare un qualunque tipo di connotazione ideologica a questa festa”. A dirlo il prefetto di Reggio Calabria Massimo Mariani, in occasione della celebrazione del 25 aprile organizzata da comune e città metropolitana, insieme ad associazioni e sindacati, davanti la Stele del Partigiano nella Villa Comunale Umberto I. “L’antifascismo – è stato il commento di Raniero La Valle, ex senatore, scrittore e intellettuale – non finisce mai, perché non è il ricordo di una data o di un evento. Il 25 Aprile e l’antifascismo sono una categoria interpretativa della storia. Come il rinascimento, come il Risorgimento. E quindi l’antifascismo sarà sempre con noi, fino a quando esisterà la Repubblica, fino a quando avremo questa Costituzione. Noi vogliamo ricordare la Resistenza celebrare il 25 aprile, perché vogliamo, oggi, vivere fino in fondo la nostra Costituzione e la fedeltà alla nostra Repubblica”. Il sindaco ff Paolo Brunetti e il sindaco ff della Città Metropolitana Carmelo Versace hanno deposto corone di alloro sulla stele, eretta nei giardini “Umberto I”, che ricorda i caduti della Resistenza. Tante le bandiere, i gonfaloni delle Istituzioni, anche la bandiera della pace, esposta da una delegazione di cittadini ucraini presente alla cerimonia. “La risposta è la partecipazione che vediamo, anche qui a Reggio Calabria – ha commentato Brunetti – Vedere a distanza di così tanto tempo da quella data iniziale, tanta gente qui a festeggiare il 25 aprile, significa che c’è rispetto per questa data e per tutte quelle persone che hanno lottato affinché oggi noi potessimo esprimere ogni nostra opinione, anche con vedute diverse da altri”. “Una festa sulla quale va concretizzato quello spirito unificante che la rappresenta – ha affermato Versace – Il Paese va pacificato con i gesti di ogni giorno, e bisogna farlo una volta per tutte. Il 25 aprile non deve essere visto come un momento di polemica o di divisione. C’è una storia che parla, non può essere una qualcosa che rappresenta solo una parte, ecco la necessità di concretizzare un concetto che deve appartenere a tutti”.
x
x