Chiunque ami il calcio sa che il terzo scudetto del Napoli è storico. Juventus, Milan e Inter ne hanno vinti 74 . Il grande Torino sette. Il Napoli, come la Roma, solo tre. Da qui si capisce l’esagerazione, la continua festa di un popolo che vive di contraddizioni e che in Calabria ha smesso di essere il punto di riferimento che era cent’anni fa.
I calabresi non amano Napoli, soprattutto calcisticamente essendo per gran parte juventini. Ma al di là di queste rivalità, faticano a conoscere la bellezza di una capitale che è brand mondiale di cultura e che si manifesta nelle sue forme meno nobili proprio in Calabria.
Tra Scalea e il Tirreno la gran parte dei napoletani che viene in Calabria d’estate è di provincia. Il resto della città, aristocratica ed elitaria, non ha molti interessi a coltivare rapporti con la nostra regione.
Vincere uno scudetto a Napoli è una processione che dura un anno . Vincerlo alla Juventus, ovviamente, diventa pure noioso. Ma la Juventus è la squadra meridionale più amata e questo ripropone vecchie dispute che partono dal Risorgimento in poi.
Ogni tanto ricordiamo che il Risorgimento non è stato un grande affare per noi. Con vittimismo ma anche con razionalità.
Il calcio, diceva Garcia Marquez, è l’unica cosa seria ché esista. Stavolta ha vinto Napoli, capitale del Mediterraneo, e anche con merito. Inter e Milan potrebbero addirittura vincere la Champions mentre la Juventus ha un incerto futuro. Tornerà a vincere ovviamente. Mentre tanti pensano che la gran parte di noi non vedrà il quarto scudetto napoletano. Possibile che sia vero ma possibile anche che si apra un ciclo. E chissà che stavolta, per un po’ di tempo il Sud non diventi ciò che era.
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