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Ponte sullo Stretto, il no del Movimento 5 Stelle e i dubbi della Fillea Cgil

Il deputato pentastellato Tucci: «Ci sono altre priorità». Celebre: «Puntare su altre opere

Pubblicato il: 10/05/2023 – 11:03
Ponte sullo Stretto, il no del Movimento 5 Stelle e i dubbi della Fillea Cgil

LAMEZIA TERME «Avete contezza che, pochi giorni fa, a causa del maltempo è venuto giù un viadotto stradale a Longobucco in provincia di Cosenza, e che solo per puro caso non vi sono stati morti e feriti? Sapete quando è stata consegnata l’opera? Appena 9 anni fa». Così il deputato del M5S Riccardo Tucci intervenendo in Aula alla Camera dei deputati durante l’esame del decreto sul Ponte sullo Stretto di Messina. «Nello scrivere questo decreto Ponte – ha aggiunto il parlamentare – non avete tenuto conto di una serie di criticità. Dove trovate i 15 miliardi per la costruzione del Ponte sullo stretto? Siete a conoscenza delle condizioni delle strade di Calabria e Sicilia? Esclusa l’ultima passerella a Cutro, in occasione di una tragedia, da quanto tempo mancate in Calabria? Avete mai visitato l’entroterra delle province calabresi? Allora vi sfido – ha incalzato il deputato pentastellato – se davvero esistono questi 15 miliardi, fate una grande opera di investimenti per tutti i comuni e le province di Calabria e Sicilia, permettete a questi enti di spendere le risorse sul proprio territorio in modo da mettere in sicurezza le vie di comunicazione stradali primarie e secondarie nonché quelle ferroviarie. Fate in modo che sia garantito, una volta per tutte, – ha concluso Tucci – il diritto alla mobilità su tutto il territorio, dopodiché potremo metterci tranquillamente ad un tavolo per dibattere su come assicurare un migliore collegamento tra Calabria e Sicilia».

I dubbi della Fillea Cgil

Dubbi forti anche da alcune organizzazioni sindacali: «Ci chiediamo perché lo stesso impulso che il governo sta mettendo per velocizzare la realizzazione del Ponte sullo Stretto non venga riversato anche su altrettanti filoni strategici e opere della Calabria», afferma il segretario generale Fillea Cgil Calabria Simone Celebre:  «Non abbiamo alcun tipo di pregiudizio sull’opera – chiarisce Celebre – ma riteniamo che ci siano emergenze sulle quali intervenire prima del Ponte. Ci sono infrastrutture di grande rilievo strategico già programmate (ferroviarie, stradali, autostradali e sistemi urbani) e grandi opere commissariate che non possono continuare a passare in secondo piano. Si tratta di opere per le quali serve uno slancio politico che fino ad ora non abbiamo visto. Ci sono cantieri mai terminati e altri che attendono da tempo di partire, strade colabrodo, viadotti che cadono e lasciano aree interne isolate e treni vetusti. Ciò che per altre regioni è ordinario, per la Calabria sembra dovere per forza essere una chimera. Pensare al Ponte sullo Stretto senza adoperarsi per mettere mano alla linea ferroviaria da Roma in giù, in alcuni tratti non elettrificata, o ad un binario, ad un’Alta Velocità traballante e ad aree quasi isolate, ci sembra poco sensato – chiarisce ancora Celebre – La rete stradale non è meglio, basti pensare all’eterna incompiuta statale 106 e alla mole di automobilisti che vi hanno perso la vita. L’A2 è un susseguirsi di cantieri che creano disagio al traffico. Ma non solo, lavorare su ferrovie e strade ci permetterebbe di ridare slancio al Sud e anche di creare nuovo appeal sui porti. C’è poi da fare attenzione al Codice degli Appalti – aggiunge Celebre – e al rischio di infiltrazioni criminali che l’avvio di lavori mastodontici come quelli che il Ponte potrebbe portare. L’uso sconsiderato dell’affidamento diretto della procedura negoziata senza bandi di gara, dell’appalto integrato, può, nel volgere di poco tempo, determinare aspetti degenerativi, inficiare la capacità di realizzazione e la stessa qualità della spesa, un peggioramento delle condizioni di lavoro e un restringimento dei diritti dei lavoratori per quanto concerne la corretta applicazione dei contratti nazionali e la prevenzione antinfortunistica. Parlando poi di cantieri fermi, non possiamo non fare riferimento alla mancanza di strutture ospedaliere. I progetti non mancano, come per Vibo Valentia e Palmi, ma l’iter di realizzazione è fermo al palo. La salute è un diritto garantito dalla Costituzione, non può essere ostaggio della burocrazia, deve essere prioritaria e non può essere accantonata. Chiediamo al governo – conclude – di accendere i riflettori sul Sud e di consentire la dignità delle condizioni di vita di chi ci abita. Non basta  – conclude Celebre – parlare di spopolamento e di calo demografico se poi non ci si adopera per consentire i collegamenti o, perfino, per potersi curare».

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