MILANO Alessia Pifferi, accusata di omicidio aggravato per aver lasciato morire di stenti la figlia Diana di quasi un anno e mezzo ha un «gravissimo ritardo mentale» pari a un quoziente intellettivo di «una bimba di 7 anni. Hanno messo una bambina in mano a una bambina». Lo ha spiegato Alessia Pontenani, legale della 37enne, in base ai risultati degli ultimi accertamenti medici svolti nel carcere di San Vittore e della consulenza di parte, al termine dell’udienza di oggi.
Da qui la richiesta avanzata dalla difesa alla Corte di assise di Milano di disporre una perizia sulla capacità di intendere e volere della donna imputata per l’omicidio pluriaggravato di Diana, la figlia di quasi 18 mesi abbandonata per una settimana e lasciata morire di stenti nel luglio 2022 nell’abitazione di Ponte Lambro.
L’istanza avanzata dall’avvocata Alessia Pontenani si basa su della documentazione clinica dell’equipe medica del carcere di San Vittore di Milano che avrebbero diagnosticato una disabilità intellettiva nella donna di 37enne, in carcere dallo scorso 20 luglio.
La Procura con la pm Rosaria Stagnaro, co-titolare del processo con il collega Francesco De Tommasi, ha chiesto ai giudici, presieduti da Ilio Mannucci Pacini, di non acquisire la relazione del carcere e di rigettare la richiesta di perizia.
La Corte si è riservata di disporre gli accertamenti sull’eventuale vizio di mente all’esito dell’istruttoria dibattimentale.
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