VIBO VALENTIA Il valore della calabresità al centro dell’ultimo dibattito della due giorni di eventi di “La Meraviglia di stare al mondo“, in corso a Palazzo Gagliardi a Vibo Valentia. «Dobbiamo sopprimere i luoghi comuni, ma molto spesso siamo proprio noi calabresi ad alimentarli», dice Nicodemo Librandi. Dottore ad honorem in Scienze Agrarie, Librandi ripercorre le tappe della propria case history di successo e invita i calabresi a «credere nelle nostre possibilità». La chiosa è un messaggio rivolto agli organizzatori dell’evento. «Vi ringrazio perché il Gruppo del Corriere della Calabria sta facendo un lavoro encomiabile». Guadagnano il palco, i relatori dell’ultimo tavolo di lavoro: Sebastiano Barbanti, presidente Bcc Calabria Ulteriore; Alberto Statti, presidente Confagricoltura Calabria, Aldo Ferra, presidente Unindustria Calabria; Silvano Barbalace, segretario Confartigianato Calabria; Vitaliano Papillo, presidente Gal terre Vibonesi; Gianluca Gallo, assessore regionale all’Agricoltura; Rosario Varì, assessore allo sviluppo economico; Flippo Mancuso, presidente del Consiglio regionale della Calabria.
Apre il dibattito, l’intervento di Sebastiano Barbanti: «Non dobbiamo cedere il passo alla narrazione negativa, è una sfida anche questa ma le sfide rendono la vita interessante. Il nostro coefficiente di solidità è tra i primi in Italia, ma per ottenere dei risultati importanti dobbiamo sicuramente credere nell’opportunità di puntare sui nostri giovani. Che muovono le leve vive capaci di far prosperare l’economia». Si ragiona di orgoglio e di senso di appartenenza, di calabresità. Il contesto agricolo ed agroalimentare è sicuramente il veicolo più potente. «Bisogna invertire la rotta e smetterla di piangersi addosso, la negatività spesso diventa un alibi per non fare», dice Alberto Statti. L’imprenditore ricorda di aver «costituito un’associazione formata da cinque imprenditori favorendo una operazione di incoming per mostrare le nostre bellezze, le nostre eccellenze. Facciamo ospitalità di eccellenza e formiamo i nostri operatori per migliorare l’accoglienza di turisti e viaggiatori». La chiosa Statti la riserva alla preziosa «biodiversità calabrese», «è unica e tutti devono avere modo e opportunità di conoscerla». Se l’agricoltura sta fornendo un contributo straordinario per promuovere l’immagine della Regione fuori dai nostri confini, c’è un altro settore estremamente importante per rendere questa mission concreta: l’artigianato. «Ci sono tante tradizioni che rischiano di scomparire per la disattenzione da parte delle istituzioni. Molti giovani si allontano e sono pochi quelli interessati, non sono adeguatamente stimolati», sostiene Silvano Barbalace. Che sottolinea l’impegno profuso per sostenere gli artigiani calabresi attraverso una sinergia con «le accademie delle belle arti che possono fornire un design innovativo ai nostri artigiani e renderli più competitivi sui mercati».
Diversa e positiva narrazione, lavoro sinergico e investimenti. Aldo Ferrara, presidente di Unindustria Calabria si sofferma sui nodi legati all’economia calabrese. Chiediamoci perché siamo ancora considerati una Cenerentola, perché non destagionalizziamo, perché abbiamo il reddito pro capite più basso di Italia. Il sistema economico si regge su cinque pilastri: infrastrutture, burocrazia, conoscenza, cultura dell’impresa e propensione all’impresa e dobbiamo orientare i nostri sforzi per migliorarli. Ma anche investire sui giovani e sostenerli».
Così come va sostenuto il lavoro intenso e continuo profuso dal gruppo di azione locale Terre Vibonesi. E’ un ente che offre un contributo alla tenacia dei calabresi, allo spirito di impresa, all’attenzione rispetto ai luoghi. «Calabresità vuol dire anche sostenere chi vuole rimanere e investire nella nostra Regione, abbiamo finanziato centinaia di realtà», dice Vitaliano Papillo. Imprese giovani e sorrette da caparbie imprenditrici. «Spesso immaginiamo strumenti scollegati sul territorio, noi invece abbiamo ascoltato i bisogni degli imprenditori. Accanto a questo necessario ascolto abbiamo aggiunto una forte passione per la terra di Calabria», continua Papillo. «Stiamo lavorando ad un marchio territoriale di qualità», conclude.
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