ROMA «Flessibile, innovativa, cosmopolita: la ‘ndrangheta non è più la realtà arcaica dell’Aspromonte ma una vera holding hi-tech, con strumenti sofisticati come la criptofonia e una padronanza degli investimenti telematici. Per questo la lotta alle mafie deve estendersi al cyberspazio». Lo dichiara a Repubblica il generale Pasquale Angelosanto, comandante del Ros. I clan, spiega, «hanno saputo adeguarsi al cambiamento dei tempi e dell’economia, modificando i metodi d’azione per evitare le misure repressive e ottimizzare i profitti. La ‘ndrangheta è una delle più evolute: ha assunto i lineamenti di una holding criminale con molteplici interessi leciti e illeciti. Ha diversificato le strutture operative, interne o esterne alle famiglie, a seconda delle competenze nei traffici, nelle capacità imprenditoriali e finanziarie. Il tutto senza alterare l’apparato di rituali. Mantiene le radici nella tradizione ma cresce nel futuro». «Il Ros – dice ancora – utilizza sistemi tecnologici avanzati, come i programmi per le ricerche nel “deep web” e le intercettazioni audio-video e telematiche con l’analisi della “scia telematica”, rappresentata dai metadati dei messaggi scambiati tra gli indagati. È indispensabile che le forze di polizia dispongano di personale altamente specializzato e degli strumenti più avanzati» e «che la normativa venga costantemente adeguata. Ad esempio, particolarmente complesse sono le operazioni per il sequestro dei portafogli di criptovalute, che valgono milioni ma possono essere dispersi con un click: c’è bisogno di leggi all’altezza della sfida e di una efficace cooperazione giudiziaria e di polizia tra Stati».
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