COSENZA «L’azienda zero è l’ennesima bizzarria propagandistica del Governatore. E’ un gigante dai piedi di argilla. A certificarlo è il Tavolo Adduce, il quale, nell’ultimo verbale, ne decreta, senza mezzi termini, una severa bocciatura. E a nulla vale la stizzita reazione del Commissario Profiti, perché non scalfisce, minimamente, né la portata né la sostanza delle pertinenti censure sollevate dal Tavolo. E si tratta di censure, nient’affatto, inedite. E’ la seconda volta che, vengono, perentoriamente, ribadite». È quanto afferma in una nota Giuseppe Mazzuca, che per il Partito democratico cosentino evidenzia come sia «inutile tergiversare e menar il can per l’aia. La legge di Azienda zero va riscritta, va, completamente, riscritta daccapo. Basta con le insulse modifiche: in 15 mesi è stata modificata già 6 volte. Le modifiche non servono, sono aria fritta. La legge istitutiva va riscritta di sana pianta, perché l’attuale stesura confessa gravi e insanabili profili di illegittimità costituzionale, soprattutto con riferimento al perimetro delle competenze tra il Dipartimento regionale e l’Azienda. Infatti, l’Azienda zero, per come oggi è definita, si sovrappone, esautorandoli, al ruolo e alla funzione del Dipartimento regionale. Il che determina un fragoroso corto circuito incendiario. Perché, sulla specifica questione, l’intimazione dei ministeri vigilanti è perentoria: in assenza della preventiva chiarificazione normativa, l’Azienda Zero non può emanare nessun provvedimento attuativo. Prima la modifica normativa e poi tutto il resto. E i provvedimenti già emanati che fine faranno? Su di essi pende la spada di Damocle della nullità. Sono, tutti, atti nulli. Compresa la Convenzione che l’Azienda zero ha stipulato con l’Asp di Cosenza, in virtù della quale all’Azienda provinciale è stata delegata la riorganizzazione del comparto emergenza-urgenza e del 118. Un pasticcio di dimensioni madornali. E, attenzione, i rilievi del Tavolo Adduce non si limitano, solo, alla questione della compatibilità costituzionale del testo normativo. Bollano, con il marchio dell’assoluta genericità, il documento delle linee guida, perché non dà conto del modello e dell’assetto organizzativo che si intende adottare. Ma c’è di più. Si richiedono chiarimenti sulla compatibilità delle risorse stanziate dalla legge regionale n 32 del 2021; si richiede la preventiva valutazione dell’atto aziendale, per il quale è forte la raccomandazione di ancorarlo a precisi criteri di trasparenza e pubblicità. Insomma, il Tavolo Adduce va giù duro. In definitiva decreta la bocciatura, così per come è oggi congegnata, dell’Azienda zero. Un anno fa l’Azienda era stata contrabbandata come la panacea di tutti i mali della sanità calabrese. A distanza di un anno si sta rivelando come una mostruosa palla di piombo, il cui unico effetto, allo stato attuale, è, solo, quello di garantire al suo Commissario una retribuzione annua di circa 200mila euro. Per non fare niente; anzi per incacrenire – conclude la nota – il già devastante stato comatoso della sanità calabrese. Alla faccia della rivoluzione proclamata dal Governatore-Commissario».
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