COSENZA La New York degli anni Trenta, segnata da personaggi come Al Capone e Lucky Luciano. Gli anni del proibizionismo e di uomini che seppelliscono i cadaveri nelle fondamenta del Rockefeller Center, ancora in costruzione. Lo scrittore e giornalista di origini calabresi, Antonio Monda racconta la “Grande Mela” da un’angolazione inaspettata e travolgente nel suo ultimo libro “Il numero è nulla”, presentato a Cosenza. La narrazione passa dalle azioni e dagli occhi di un killer spietato ma riflessivo che conquista denaro, fama e potere. Si fa chiamare “il Vescovo”, perché suo padre avrebbe voluto che seguisse la carriera ecclesiastica. «E’ certamente un killer diverso al solito, ma credo che il libro sia un po’ diverso dal solito – racconta Monda al Corriere della Calabria – perché sotto le mentite spoglie di una crime story, di un giallo o di un noir se preferite, c’è il tentativo di fare una meditazione sui temi eterni: il bene e il male». «Come è possibile che gli uomini preferiscono le tenebre, come dice il Vangelo o il Diavolo è il Signore del mondo, il Principe del mondo. Ebbene, questo personaggio crede per gran parte del libro che il mondo sia dominato dalle tenebre finché qualcosa non succede».
Uccidere sembra essere l’unica fonte di sopravvivenza del personaggio principale dell’ultimo libro di Monda. Una serie di omicidi commessi a New York, «una città che è stata piegata dalla Grande Depressione, ma che con resilienza, con una grande forza di reazione costruisce in quegli anni l’Empire State Building, il palazzo più alto del mondo è più potente del mondo», continua Monda che aggiunge: «Questa New York così sporca, violenta, cattiva, crudele ed entusiasmante è il luogo e la dimensione in cui vive il protagonista. È talmente convinto che non esista nulla per cui valga la pena di esistere, che ritiene che la morte sia un bene e quindi addirittura lui la vuol dare agli altri. Sperando che un giorno la diano a lui stesso».
Dal sogno americano, Antonio Monda pensa ad un romanzo ambientato nell’800. Magari proprio in Calabria. Antonio Monda confessa ai nostri microfoni di volersi misurare con un racconto assai diverso rispetto a quelli, fino ad oggi, narrati. «Appena finisco questa decalogia su New York, comincerò a pensare a quello che sarà il nuovo libro e probabilmente sarà ambientato nell’800, perché l’Italia contemporanea non la conosco bene visto che vivo da 30 anni lontano» «E’ possibile – chiosa l’autore – che sia ambientato qui, dove sono le mie radici».
(f.benincasa@corrierecal.it)
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