LAMEZIA TERME Nuovo appuntamento con L’altra Politica, il settimanale di approfondimento in onda questa sera alle 21 sul canale 75 de L’altro Corriere tv. Ospite di Danilo Monteleone e Ugo Floro, Annamaria Frustaci, sostituto procuratore della Dda di Catanzaro nonché componente del pool di magistrati che rappresenta l’accusa nel maxi processo “Rinascita Scott”.
«Chi fa il mio lavoro, ma anche altre professioni in un panorama come quello calabrese, lo fa perché nutre prima di tutto una sana tensione ideale in un contesto bisognoso di riscatto morale e civile». Annamaria Frustaci, giovane e già ben strutturato magistrato, anche per i suoi trascorsi nella procura di Reggio Calabria, condensa così la sua missione, e il suo ritorno nella propria terra, non senza auspicare «un impegno maggiore nella fase di formazione dei giovani cittadini, questo per scongiurare quella fragilità delle istituzioni che soprattutto nei contesti deboli può alimentare forme alternative per la soddisfazione dei bisogni».
Una formazione nella quale la Frustaci ha investito del tempo realizzando momenti di confronto altamente significativi con gli studenti di vari istituti scolastici calabresi, complice anche il suo libro La ragazza che sognava di sconfiggere la mafia. Uno scritto per tanti versi autobiografico, che racconta come lo studio, unito alla abnegazione e agi ideali possa emancipare. E quella della emancipazione è una battaglia ancora in corso nella società italiana, e nei suoi ordini.
«Sono trascorsi 60 anni dal provvedimento legislativo che ha aperto alle donne le porte della magistratura, ma ci sono ancora obiettivi da raggiungere, nonostante molto sia cambiato». Il riferimento è ad alcuni incarichi direzionali, i quali, nonostante la massiccia presenza delle donne nelle istituzioni giudiziarie, rimangono in tanti frangenti vincolati ad un pregiudizio di genere.
Eppure i tempi sono maturi per svoltare anche lì, come lo sono per la società calabrese, i cui mali endemici sono noti sotto il profilo del legame dannoso tra pezzi di istituzioni e organizzazioni criminali. «E tuttavia si registra un cambiamento positivo nel dialogo che appare sempre più stretto tra cittadini e magistrati. Merito di un coordinamento tra uffici giudiziari e di una metodologia di lavoro che garantisce una qualità delle indagini, e quindi un buon servizio pubblico ai calabresi».
Vive sotto scorta Annamaria Frustaci, «ma assicuro che non è affatto un privilegio, d’altro canto si tratta di una conseguenza che avevo messo nel debito conto, l’augurio però è che questa condizione sia temporanea». (redazione@corrierecal.it)
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