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«I cinghiali iniziano la vendemmia»

Gli animali sono ghiotti di uva bianca, dolce e zuccherina e in branco con 20-30 animali, devastano e lasciando solo raspi e foglie

Pubblicato il: 18/08/2023 – 10:04
di Saveria Sesto
«I cinghiali iniziano la vendemmia»

L’analisi sensoriale dell’uva per stabilire la data dell’avvio della vendemmia  l’hanno iniziata i cinghiali. Ghiotti di uva bianca, già dolce e zuccherina e con buoni parametri, in branco con 20-30 animali, all’alba, si avviano a vendemmiare devastando e lasciando solo raspi e foglie.
Buona l’uva quest’anno.
Con popolazioni così invasive e voraci non  bastano i selettori degli animali o  l’elettrificazione dei vigneti  che  certamente non  può perimetrare tutta l’azienda .
Ironia a parte, nel comprensorio viticolo di Cirò la vendemmia è partita  sia per difendere il raccolto sia perché le uve precoci sono pronte .
Le varietà aromatiche Chardonnay,  Traminer  e Sauvignon blanc  hanno già valori in termini di zuccheri, acidità e pH  che  hanno determinato buone curve di maturazione, pertanto, le  raccolte  anticipate di agosto  consentono di preservare i profumi varietali che ritroveremo nel vino.
«È una vendemmia  particolare» , lo dice Nicodemo Librandi, Ambasciatore delle Città del vino, che prospetta un calo del 30-40% della produzione  imputabile all’attacco della peronospora che ha colpito l’intera Calabria e che è stata difficile da contrastare per le  piogge continue tra maggio e giugno  e che ha causato una sorta di  diradamento naturale dei grappoli. Quelli  sopravvissuti  sono oggi dal punto di vista qualitativo belli e di buona qualità”.  A conferma che  la qualità  mal si coniuga con la quantità, ma è un vero disastro la vendemmia 2023.
Lo conferma l’agronomo  della stessa  cantina, Davide de Santis, «lo Chardonnay più a rischio di attacco di cinghiali è stato raccolto in anticipo e ora si proseguirà con il Sauvignon che ha bisogno ancora di una settimana per arrivare a completare la sua maturazione. Le altre varietà  a bacca bianca  e ancor più le rosse sono in ritardo di almeno 10 giorni rispetto alla raccolta del 2022 perché le  viti, pur resistenti  e in vigore ed assistite da irrigazione di soccorso, hanno subito un forte stress in luglio dal perdurare delle  temperature roventi che hanno frenato la fotosintesi. La fortuna ha voluto che il ritardo causato dalle piogge e che ha impedito  di eliminare  le femminelle, foglie esuberanti che sottraggono linfa ai grappoli, poi siano ritornate utili a ombreggiare i grappoli  dall’insolazione».
Aggiunge Mario Maiorana, vivaista viticolo, «un’annata fuori schema, non è mancato nulla,  tra caldo, un’incontrollabile peronospora, escoriosi e  cicaline  che impongono ancora oggi trattamenti antiparassitari  per poter arrivare ad una buona lignificazione dei tralci per la moltiplicazione  delle viti».
Maiorana pensa di già al 2024.
Acrobazie ed alchimie di agronomi, enologi  e viticoltori che non hanno sogni tranquilli e il mare di agosto lo guardano a distanza dovendo gestire la variabilità dei fattori intrinseci ed estrinseci per difendere un anno di lavoro giunto alla raccolta.
In ogni modo ben tornata vendemmia  che per adesso non fa rima con allegria.   

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