L’analisi sensoriale dell’uva per stabilire la data dell’avvio della vendemmia l’hanno iniziata i cinghiali. Ghiotti di uva bianca, già dolce e zuccherina e con buoni parametri, in branco con 20-30 animali, all’alba, si avviano a vendemmiare devastando e lasciando solo raspi e foglie.
Buona l’uva quest’anno.
Con popolazioni così invasive e voraci non bastano i selettori degli animali o l’elettrificazione dei vigneti che certamente non può perimetrare tutta l’azienda .
Ironia a parte, nel comprensorio viticolo di Cirò la vendemmia è partita sia per difendere il raccolto sia perché le uve precoci sono pronte .
Le varietà aromatiche Chardonnay, Traminer e Sauvignon blanc hanno già valori in termini di zuccheri, acidità e pH che hanno determinato buone curve di maturazione, pertanto, le raccolte anticipate di agosto consentono di preservare i profumi varietali che ritroveremo nel vino.
«È una vendemmia particolare» , lo dice Nicodemo Librandi, Ambasciatore delle Città del vino, che prospetta un calo del 30-40% della produzione imputabile all’attacco della peronospora che ha colpito l’intera Calabria e che è stata difficile da contrastare per le piogge continue tra maggio e giugno e che ha causato una sorta di diradamento naturale dei grappoli. Quelli sopravvissuti sono oggi dal punto di vista qualitativo belli e di buona qualità”. A conferma che la qualità mal si coniuga con la quantità, ma è un vero disastro la vendemmia 2023.
Lo conferma l’agronomo della stessa cantina, Davide de Santis, «lo Chardonnay più a rischio di attacco di cinghiali è stato raccolto in anticipo e ora si proseguirà con il Sauvignon che ha bisogno ancora di una settimana per arrivare a completare la sua maturazione. Le altre varietà a bacca bianca e ancor più le rosse sono in ritardo di almeno 10 giorni rispetto alla raccolta del 2022 perché le viti, pur resistenti e in vigore ed assistite da irrigazione di soccorso, hanno subito un forte stress in luglio dal perdurare delle temperature roventi che hanno frenato la fotosintesi. La fortuna ha voluto che il ritardo causato dalle piogge e che ha impedito di eliminare le femminelle, foglie esuberanti che sottraggono linfa ai grappoli, poi siano ritornate utili a ombreggiare i grappoli dall’insolazione».
Aggiunge Mario Maiorana, vivaista viticolo, «un’annata fuori schema, non è mancato nulla, tra caldo, un’incontrollabile peronospora, escoriosi e cicaline che impongono ancora oggi trattamenti antiparassitari per poter arrivare ad una buona lignificazione dei tralci per la moltiplicazione delle viti».
Maiorana pensa di già al 2024.
Acrobazie ed alchimie di agronomi, enologi e viticoltori che non hanno sogni tranquilli e il mare di agosto lo guardano a distanza dovendo gestire la variabilità dei fattori intrinseci ed estrinseci per difendere un anno di lavoro giunto alla raccolta.
In ogni modo ben tornata vendemmia che per adesso non fa rima con allegria.
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