VIBO VALENTIA «Il completo asservimento» dell’Asp di Vibo Valentia alle cosche di ‘ndrangheta e le “mani” dei clan sui Comuni di Briatico e di Zungri. Emergono altri particolare dalla seconda tranche dell’operazione “Mestrale-Carthago” portata a termine oggi dai carabinieri del comando provinciale di Vibo Valentia coordinati dalla Dda di Catanzaro. «L’attività – scrivono gli inquirenti – costituisce la naturale prosecuzione della prima tranche dell’operazione, eseguita lo scorso 10 maggio, che ha consentito di disarticolare i sodalizi di ‘ndrangheta di Mileto e Zungri, con le ‘ndrine di Briatico e Cessaniti, andando a colpire inoltre le strutture di “comando e controllo” e l’“ala militare e imprenditoriale” delle rispettive organizzazioni, i cui esponenti erano già detenuti per altra causa e per questo non colpiti dal provvedimento di fermo».
Le indagini, in particolare, hanno consentito di ricostruire – sostengono gli investigatori – «le dinamiche, i collegamenti e gli interessi imprenditoriali delle consorterie mafiose nella provincia vibonese, particolarmente attive nel settore estorsioni, attraverso intimidazioni e danneggiamenti ai danni di aziende edili, imprese ed esercizi commerciali operanti nel settore turistico – alberghiero della cd. “Costa dei Dei” e dei trasporti marittimi per le isole Eolie. Le investigazioni coordinate da questo Ufficio di Procura hanno messo in evidenzia le cointeressenze, gli accordi corruttivi e i forti legami della criminalità organizzata con esponenti del mondo politico e della pubblica amministrazione, evidenziando, tra l’altro, il completo asservimento dell’Asp di Vibo Valentia alle consorterie mafiose di Mileto, Limbadi e Vibo Valentia, grazie anche a funzionari e dirigenti medici compiacenti, per ipotesi corruttive e scambio elettorale politico mafioso (alcuni medici dell’Asp, alcuni dei quali non più in servizio, sono stati colpiti dal provvedimento) e forti infiltrazioni della criminalità organizzata nel comune di Zungri e di Briatico per favorire persone compiacenti nell’assegnazione di posti messi a concorso. Sono state inoltre ricostruite le condotte di alcuni avvocati, ritenute integranti ipotesi di reato per truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche nel settore dell’accoglienza dei migranti e per concorso esterno in associazione mafiosa con numerose strutture mafiose della provincia». (redazione@corrierecal.it)
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