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«Grazie per la dedizione e la professionalità del dottore Andrea Valente»

Riceviamo e pubblichiamo «Chi le scrive, Antonella De Seta, è una cittadina come tante altre che, un giorno ha intrecciato la propria vita con quella delle corsie dell’ospedale di Cosenza. Ho m…

Pubblicato il: 08/09/2023 – 8:55
di Antonella De Seta*
«Grazie per la dedizione e la professionalità del dottore Andrea Valente»

Riceviamo e pubblichiamo

«Chi le scrive, Antonella De Seta, è una cittadina come tante altre che, un giorno ha intrecciato la propria vita con quella delle corsie dell’ospedale di Cosenza. Ho meditato molto prima di scriverLE, ma poi mi sono detta: “Perché no?” L’ intenzione della presente è puramente meritoria, è un elogio che voglio porgere all’operato di un medico dell’ospedale Civile Annunziata di Cosenza, il dottore Andrea Valente, chirurgo senologo dell’azienda. Sono sicura di farmi portavoce di tante donne con cui ho parlato, che mi hanno raccontato il loro smarrimento, il loro dolore e il conforto dopo averlo conosciuto. Competenza medica e atteggiamento umano sono stati gli elementi a cui mi sono aggrappata per mitigare lo smarrimento.
Perché le scrivo si chiederà? Semplicemente perché, volevo far conoscere la mia esperienza, e non solo la mia, per sottolineare e dare evidenza alle nostre eccellenze come segno di riconoscimento e stima, per non far passare inosservato e non considerare sempre come normale prassi “del tutto è dovuto”, la dedizione avuta nei miei riguardi e nei riguardi di tutti gli altri degenti; per evidenziare che la “BUONA sanità” esiste; per sottolineare che esiste chi vive il proprio lavoro come missione; per voler far conoscere che l’amore verso il prossimo, non sono soltanto belle parole che ascoltiamo in chiesa, ma sono messe in pratica nel quotidiano delle corsie di ospedale. Quando la vita ti mette di fronte situazioni difficili, la naturale reazione è quella di avere paura, provare sgomento, ogni certezza svanisce e inizia un periodo buio e senza punti di riferimento. Tutte le tue speranze dipendono da quei camici bianchi, che non conosci, dai quali aspetti notizie , speranza, una diagnosi resa meno amara dalla vicinanza. Un sorriso, una mano sulla spalla di familiari e pazienti, diventano il tuo mondo, il tuo arcobaleno, la tua dimensione. Il dottore Valente è stato tutto questo. Un uomo e non solo un camice bianco. L’ho visto in diversi momenti del mio percorso, nel suo ambulatorio, nella corsia dell’ospedale, mentre entrava e usciva dalle camere dei pazienti ,il sorriso e il suo semplice essere uomo in mezzo a noi, lo rendeva: “UMANO”. Conoscevo il suo nome e la sua meravigliosa nomea prima di incontrarlo, tutte le persone con cui ho parlato lo hanno definito un faro, una luce nel buio a cui aggrapparsi.
Perché sono qui a dirlo? Perché penso che “le cose belle”, per usare un linguaggio semplice semplice, devono filtrare attraverso le nostre istituzioni; perché è bello che lei conosca, non solo i freddi curricula dei dipendenti dell’azienda, ma possa conoscere anche come, il fascino del giuramento di Ippocrate, può fare miracoli in chi vede una mano tesa ; perché l’esempio positivo va promosso, gratificato, affinché possa coinvolgere le fasce più giovani; perché il valore umano, professionale non sono valori opzionali; perché l’amore per il lavoro traspare, avvolge e coinvolge; perché le cose positive esistono, anche in una sanità come la nostra, che per una serie di contingenze non dipendenti da noi, continua, con persone come il dottore Valente a dare il meglio, ogni giorno; perché spero che tante donne del nostro territorio possano usufruire della nostra eccellenza; perché mi auguro che non si esca fuor di regione a cercare “speranza”; perché risorse di tale portata devono essere “utilizzate”, molto di più di quanto lo siano allo stato attuale; perché credo che risorse umane come il dottore Valente debbano essere valorizzate; perché fuori le mura dell’ospedale tante donne aspettano, giorno dopo giorno, con il cuore in gola che arrivi il momento per liberare mente e corpo da un terribile incubo. Spero che arrivi la mia testimonianza, per far conoscere le eccellenze della nostra terra, della nostra Calabria, una terra etichettata amara. Rimarrà sempre tale, se non diamo luce a chi merita, a chi vale, a chi lavora con amore senza sosta, a chi ha competenze, a chi ha valore e spessore umano e professionale».

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