CORIGLIANO ROSSANO Convegni e visite gratuite per la popolazione resi possibili grazie alla disponibilità di specialisti e operatori sanitari di primissimo piano: importante iniziativa a Corigliano Rossano, in provincia di Cosenza, dove è in corso l’evento organizzato grazie al progetto “One Healthon – La rete della Salute”, che da tempo gira l’Italia in lungo e in largo con eccellenti risultati. Tre giorni, l’8, il 9 e il 10 settembre, in cui la città si è trasformata in una vero e proprio “Villaggio della Salute”. Un appuntamento che mira a sensibilizzare cittadini, istituzioni, medici e media, alla cultura della salute e della prevenzione.
«Stiamo cercando di mettere su un portale della prevenzione in modo da governare tutto il processo che ad oggi esiste ma è frammentato e neanche ben rappresentato. Questa iniziativa è la dimostrazione di una Calabria che non vuole essere retrocessa, che vuole, insieme alle altre regioni, offrire quanto di meglio ci possa essere per la salute dei cittadini calabresi». Così ai microfoni del Corriere della Calabria Iole Fantozzi, dg del Dipartimento Tutela della salute Regione Calabria. «Il tempo comunque è quello che ci serve, perché ovviamente in poco tempo non riusciamo a colpire gap di salute che derivano da molti anni di abbandono. La Regione – aggiunge Fantozzi – ha fatto un protocollo con l’Istituto nazionale dei migranti e della povertà e stiamo portando avanti delle iniziative di sanità sociale come l’odontoiatria e l’oculistica, quindi a breve poi daremo notizie degli ambulatori che apriremo sul modello di quello già aperto a Rosarno per la tendopoli di San Ferdinando. Abbiamo dato il coordinamento della rete al dottore Filippelli e stiamo cercando di riutilizzare in maniera quanto più veloce possibile la piattaforma che utilizza la Campania tramite l’Istituto dei Tumori Pascale».
«La prevenzione rappresenta l’arma più potente che abbiamo per non ammalarci. In ambito oncologico addirittura è in grado di prevenire il 50% delle nostre malattie», ha spiegato Rossana Berardi, presidente One Healt Foundation, che ha aggiunto: «È pertanto importantissimo prevenire e farlo attraverso la promozione di una cultura della salute. E questo è l’obiettivo del “Villaggio della Salute”. È una rete nazionale formata da professionisti sanitari, istituzioni, politiche sanitarie, testimonial, ma anche associazioni di volontariato di pazienti che ci permettono di divulgare un messaggio di salute, di prevenzione, ma non contestualizzata semplicemente a noi uomini e donne, nell’ambito del nostro territorio, del nostro ambiente, ma anche l’ecosistema che respira e vive con noi». Tanto l’impegno attraverso una promozione fatta di webinar, podcast e oltre 3mila visite gratuite: «Ci hanno sostenuto oltre 300 associazioni di volontariato dei pazienti, oltre 150 giovani medici cui abbiamo sottoposto qualche mese fa un sondaggio per capire quali fossero i bisogni. Il primo punto che ci è stato sottolineato è quello di cercare di portare l’ospedale vicino a casa, vicino al territorio, proprio promuovendo visite gratuite, possibilmente prenotabili anche online, ed è quello che abbiamo fatto». Grande attenzione poi ai temi ambientali, un fattore che incide notevolmente sulla qualità della vita e sulla salute: «Incidono elementi come l’inquinamento ambientale, ma anche alcune abitudini che riguardano comunque l’ambito ambientale, quindi per esempio l’esposizione ad agenti cancerogeni, esposizione a radiazioni e campi elettromagnetici. E ancora chiaramente l’inquinamento: sono tutti dei fattori importantissimi. Recentemente – ha concluso Berardi – il disastro di Fukushima con il riverbero nell’acqua del mare di sostanze potenzialmente radioattive sono tutti elementi di cui dobbiamo assolutamente tenere presente perché poi noi siamo l’ambiente che respiriamo, il pianeta che viviamo e anche ciò che mangiamo».
«L’idea che nasce da questo progetto è proprio quello di far conoscere alle persone cosa vuol dire fare prevenzione. La prevenzione è difficile da fare perché impone già da bambini degli stili di vita completamente diversi da quelli che noi abitualmente utilizziamo, per quanto riguarda il cibo, l’attività fisica e sia per quanto riguarda quello che è attorno all’uomo, quindi il cibo che mangiamo, gli animali e come vengono nutriti, e anche l’aria che respiriamo». Così Giuseppe Quintavalle, direttore generale del policlinico Tor Vergata, commissario dell’Azienda Sanitaria Locale Roma 1 e membro del coordinamento tecnico-scientifico della “One Healthon”. «Il nostro viaggio in tutta Italia mira a questo, a divulgare il concetto di prevenzione, a far capire anche che siamo vicini agli enti pubblici, a tutte le istituzioni per far sì che il messaggio possa essere sempre più forte per avere anche un migliore controllo di quello che è la salute. Voglio ricordarlo – ha aggiunto Quintavalle – che se lavoriamo sulla prevenzione non solo avremo un allungamento della vita media ma abbiamo un miglioramento della qualità della vita e un grande risparmio per quanto riguarda poi le spese di sanità pubblica».
In prima linea sul tema anche l’Università della Calabria. «Da quest’anno parte un nuovo corso di laurea all’Università della Calabria, il corso di laurea in Medicina e Chirurgia Tecnologie digitali che è un progetto formativo avviato circa due anni fa con l’Università “Magna Graecia” di Catanzaro con un altro corso di laurea di identico progetto formativo. È una realtà in crescita che offre al nostro panorama regionale una nuova proposta per i nostri giovani talenti per poter far sì che una formazione avanzata, acquisita sul nostro territorio, possa essere anche utilizzata, attraverso una formazione post laurea con le scuole di specializzazione, sul territorio regionale». Così ai nostri microfoni il coordinatore del corso Marcello Maggiolini, che ha aggiunto: «Tutti sappiamo quanto questa regione abbia bisogno di buona sanità e dall’Università della Calabria parte un nuovo impegno, una grande responsabilità affinché i nostri giovani possano essere attratti da questo progetto formativo parimenti ad altri atenei di livello internazionale con cui vogliamo competere alla pari. E all’Uncal si registrano numeri importanti. Noi abbiamo avuto circa mille candidati ai test di medicina. Di questi candidati, oltre 500 hanno scelto come prima sede l’Università della Calabria. Quindi è un progetto formativo molto attrattivo, molto ambizioso che vorrà dare una risposta sia in termini formativi in ambito sanitario che anche in ambiti assistenziali all’intero territorio regionale».
«Abbiamo aderito con grande entusiasmo a questa iniziativa, – ha detto infine Maggiolini – così come aderiamo sul nostro territorio a tutte le proposte delle associazioni di volontariato, delle reti che vogliono concorrere, attraverso i nostri centri di formazione universitaria, a far sì che ci sia una coscienza sanitaria sulla prevenzione e l’accesso alle cure. Le nuove cure saranno sempre più costose e quindi potranno essere riservate solo a chi ne avrà la possibilità. Questo noi dobbiamo evitarlo. Come possiamo evitarlo? Attraverso dei tool tecnologici innovativi che rendono quanto più partecipata e democratica la possibilità di accesso alle cure. Questo non lo si può fare che con una ricerca di qualità che deve partire anche dai nostri atenei regionali». (redazione@corrierecal.it)
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