VIBO VALENTIA Uno “snodo” politico importante, perché è l’unico capoluogo di provincia che andrà al voto e può quindi diventare una sorta di laboratorio per tutti i partiti. Sono già “grandi manovre” a Vibo Valentia in vista delle elezioni comunali del 2024. I giochi sono aperti già da diverse settimane, anche se ovviamente i ragionamenti, al netto di alcune novità già cristallizzate, sono ancora in una fase embrionale. Ma la rilevanza dell’appuntamento elettorale, che riguarda una piazza storicamente roccaforte del centrodestra a parte sporadiche eccezioni di centrosinistra, ha già fatto accendere i motori. Si viaggia ancora a fari essenzialmente spenti, soprattutto nel campo del centrodestra, chiamato a difendere la postazione tenuta dall’amministrazione comunale attuale e uscente, a guida del sindaco Maria Limardo di Forza Italia.
Secondo quanto riferiscono fonti della coalizione, si sarebbero già tenute le prime riunioni, dall’esito necessariamente interlocutorio perché la partita di Vibo Valentia sarà affrontata nel tavolo nazionale di centrodestra insieme a quelle degli altri capoluoghi di provincia che voteranno il prossimo anno. In questo tavolo nazionale ovviamente si terrà conto del fatto che il sindaco uscente è di Forza Italia. Dal primo confronto in sede territoriale sarebbe emerso che una ricandidatura di Limardo a sindaco avrebbe un percorso in salita ma comunque non sarebbe esclusa, anche se ci sarebbe già il no di alcune forze dello schieramento, segnatamente Noi Moderati e Udc: Forza Italia, che può vantare la leadership regionale rappresentata da Giuseppe Mangialavori, comunque è pronta a rivendicare con veemenza la casella vibonese, anche se non mancano le ambizioni degli alleati, soprattutto di Fratelli d’Italia. La deadline per il centrodestra sarebbe comunque dicembre-gennaio, con la definizione del tavolo nazionale. Frastagliata è anche la situazione nel centrosinistra, dopo che il Pd ha indicato come possibile candidato sindaco Enzo Romeo, già presidente della Provincia vibonese a cavallo degli anni ’90 e 2000. I democrat lo hanno già proposto alla valutazione della coalizione, del fronte progressista allargato al Movimento 5 Stelle, ma al momento sulla figura di Romeo non ci sarebbe convergenza, e diversi alleati avrebbero stigmatizzato la “fuga in avanti” del Pd. Il Pd sollecita l’individuazione di uno strumento di scelta del candidato sindaco e sotto questo aspetto caldeggia le primarie ma questa strada non incontrerebbe il favore del M5S, che a sua volta potrebbe portare sul tavolo un proprio nome (circolano quelli di Michele Furci, storico dirigente Cgil del Vibonese, e del consigliere comunale pentastellato Domenico Santoro).
Al momento nel centrosinistra c’è impasse e diversi analisti sostengono che alla fine lo schieramento potrebbe trovare una sintesi sul nome del consigliere regionale e già candidato sindaco Antonio Lo Schiavo, un nome che godrebbe di un’ampia condivisione – a esempio, è noto il suo asse con il consigliere regionale del Pd Raffaele Mammoliti – anche se Lo Schiavo avrebbe già pubblicamente escluso una sua discesa in campo in prima persona. Anche qui si attendono evoluzioni, così come è in movimento – sia pure sottotraccia – anche un’area di centro guidata dal consigliere regionale di Azione Francesco De Nisi, che potrebbe inserirsi nella partita tra centrodestra e centrosinistra con un ruolo di terzo polo (e terzo incomodo) aggregando pezzi in uscita dalle due coalizioni principali che magari restano delusi dall’esito delle trattative per le Comuni. (c. a.)
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