«Una delle indagini più delicate che stavo conducendo da PM a Catanzaro mi fu sottratta illecitamente dal mio Procuratore Capo quando inviai un’informazione di garanzia al suo avvocato e amico Giancarlo Pittelli, parlamentare e coordinatore regionale di Forza Italia. Pochi mesi prima dello “scippo” dell’indagine l’Avv. Pittelli aveva fatto entrare nella società a lui riconducibile “Roma 9 s.r.l.” il figlio della moglie del Procuratore, il quale ultimo rilasciò anche fideiussione». È quanto scrive su Facebook l’ex sindaco di Napoli ed ex candidato alla presidenza della Regione Calabria, Luigi de Magistris, con riferimento all’ultima inchiesta che ha portato all’arresto di due avvocati a Catanzaro per la vicenda legata a Villa Betania. «In un paese normale il procuratore – scrive ancora l’ex pm – sarebbe stato travolto sul piano giudiziario ed invece nell’Italia della normale devianza fui io ad essere trasferito. Poi Pittelli, dopo oltre dieci anni di vita professionale indisturbata, è stato arrestato per fatti di mafia nel procedimento Rinascita Scott, coordinato dal Procuratore Capo Gratteri, più o meno per gli stessi fatti sui quali stavo indagando all’epoca: da un punto di vista investigativo, innocente sino a sentenza definitiva, ritenuto elemento di collegamento tra la ‘Ndrangheta e le istituzioni con il collante delle logge massoniche occulte». «Due giorni fa l’avvocato Pierpaolo Greco, il figlio della moglie dell’allora mio Procuratore della Repubblica, è stato arrestato per concussione in flagranza di reato. Mi furono sottratte le indagini più delicate, fui cacciato dalla Calabria e messo addirittura in condizioni di non fare più il PM in nessuna procura d’Italia, da parte di un Consiglio Superiore della Magistratura, guidato dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che di fatto ha portato a termine quello che era l’obiettivo del sistema criminale che voleva farmi fuori senza munizioni ma con i “proiettili istituzionali”». «Il tridente di “famiglia” – scrive infine de Magistris – Pittelli arrestato per mafia, il Procuratore amico che lo tutela togliendomi l’indagine in cui era indagato e ora il figliastro tratto in arresto. Il tempo è galantuomo e si veste anche di giustizia, i fatti che furono travestiti da legalità formale erano l’antitesi della giustizia e anche della vera legalità se andasse a braccetto con la giustizia».
x
x