REGGIO CALABRIA La Cassazione accoglie il ricorso presentato da Giuseppe Falcomatà, il sindaco di Reggio Calabria sospeso dopo la condanna in primo e in secondo grado per abuso d’ufficio. L’esponente dem torna dunque alla guida del Comune e della Città Metropolitana, enti fino ad oggi rispettivamente retti dai facenti funzioni Paolo Brunetti e Carmelo Versace. I giudici supremi hanno disposto l’annullamento senza rinvio anche per tutti gli altri imputati.
Al termine dell’udienza odierna il sostituto procuratore generale presso la Suprema Corte Roberto Aniello aveva chiesto l’annullamento della condanna perché il reato è prescritto. Motivo, questo, per il quale il pg non ha potuto chiedere il rinvio del processo a una nuova Corte d’Appello. Nel corso del suo intervento il magistrato avrebbe, infatti, spiegato che il fatto forse andava qualificato in maniera diversa e ci potrebbero essere dubbi sulla ricostruzione della vicenda che non possono essere fugati, in quanto il reato è prescritto.
Riconfermato per la seconda volta alla guida della città nel 2020, la sospensione di Falcomatà era scattata nel 2021 con la condanna di primo grado. Oggetto dell’accusa sono i presunti illeciti, che risalgono al 2015, nella procedura di affidamento dell’immobile di proprietà del Comune che un tempo ospitava l’albergo “Miramare”. Secondo l’accusa l’affidamento dell’immobile all’associazione “Il sottoscala”, riconducibile all’imprenditore Paolo Zagarella, avrebbe rappresentato una contropartita per la concessione a titolo gratuito a Falcomatà di alcuni locali per ospitare la sua segreteria elettorale nel corso della campagna elettorale per le amministrative del 2014. Insieme al primo cittadino furono condannati, anche loro per abuso d’ufficio, gli assessori che componevano la sua Giunta: Saverio Anghelone, Armando Neri, Rosanna Maria Nardi, Giuseppe Marino, Giovanni Muraca, Agata Quattrone e Antonino Zimbalatti. Per tutti, come per Falcomatà, in primo grado scattò la sospensione per un anno e mezzo. Nello stesso processo, inoltre, sono stati condannati, anche il segretario comunale dell’epoca, Giovanna Antonia Acquaviva; l’ex dirigente del settore “Servizi alle imprese e sviluppo economico” del Comune, Maria Luisa Spanò, e l’imprenditore Giuseppe Zagarella.
Con l’accoglimento del ricorso si apre adesso per Reggio Calabria e Giuseppe Falcomatà una fase delicata in cui gli equilibri politici che il sindaco aveva lasciato due anni fa sono certamente mutati. Bisognerà attendere le prossime ore per capire il delinearsi del quadro politico in città. (m. r.)
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