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il verdetto

‘Ndrangheta, processo “Stige”: raffica di assoluzioni in appello – NOMI

L’inchiesta della Dda aveva fatto luce sulla cosca di ‘ndrangheta Farao-Marincola. Assolti in 26, tra cui l’ex sindaco di Cirò Parrilla

Pubblicato il: 11/11/2023 – 10:44
di Giorgio Curcio
‘Ndrangheta, processo “Stige”: raffica di assoluzioni in appello – NOMI

CATANZARO Una raffica di assoluzioni e di condanne rideterminate. È questo l’esito della sentenza del processo d’appello nato dall’inchiesta “Stige” della Dda di Catanzaro. In serata a leggere il dispositivo di sentenza emesso dalla Corte d’Appello (seconda sezione penale) è stato il presidente Antonio Giglio (Carlo Fontanazza e Maria Rosaria di Girolamo consiglieri). Sono in tutto 26 le assoluzioni, tra cui quella dell’ex sindaco di Cirò Nicodemo Parrilla. Molte, invece, le pene rideterminate rispetto alla prima sentenza emessa ormai a febbraio del 2021.

Le assoluzioni:

  1. Aiello Natale,
  2. Aloisio Caterina,
  3. Anania Valentino,
  4. Arena Tommaso
  5. Bevilacqua Antonio Giorgio,
  6. Bombardiere Vittorio,
  7. Bruno Giuseppe,
  8. Capalbo Francesco,
  9. Cerchiara Gabriele,
  10. Chiriaco Emanuele,
  11. Fazi Paolo,
  12. Grillimi Andrea,
  13. Russo Gaetano,
  14. Clara’ Giuseppe,
  15. Esposito Aniello,
  16. Farao Silvio,
  17. Laurenzano Michele,
  18. Malena Cataldo,
  19. Maletta Paolo,
  20. Miglio Enrico,
  21. Murano Ivano,
  22. Parrilla Nicodemo,
  23. Pucci Giorgio Salvatore,
  24. Scarriglia Massimo,
  25. Tridico Giuseppe,
  26. Zito Valentino

Pene rideterminate per:

  1. Anania Fabrizio 3 anni e 6 mesi (pene residua);
  2. Aulisi Campiso Mario 12 anni e 4 mesi;
  3. Cerminara Assunta 8 anni e 8 mesi;
  4. Aulisi Martino 3 anni;
  5. Berardi Giuseppe, 13 anni;
  6. Bombardieri Carlo 2 anni;
  7. Bonesse Francesco 3 anni;
  8. Carluccio Dino 3 anni;
  9. Campiso Mario 12 anni e 4 mesi;
  10. Cerminara Assunta 8 anni e 8 mesi;
  11. Comberiati Luigino 13 anni;
  12. Morrone Francesco 13 e 2 mesi;
  13. Nigro Alessandro 2 anni;
  14. Nikqlla Elton 2 anni;
  15. Papaianni Salvatore, 14 anni e 6 mesi;  
  16. Spadafora Antonio 12 anni e 6 mesi;
  17. Spadafora Luigi 13 anni;
  18. Spadafora Pasquale 15 anni e 4 mesi;
  19. Spadafora Rosario 12 anni e 10 mesi;
  20. Farao Giuseppe 13 anni;
  21. Malena Pasquale 7 anni.

Condanna confermata per:

  1. Barbieri Vincenzo, 14 anni e 5 mesi
  2. Botti Roberto, 3 anni e 3 mesi
  3. Farao Vincenzo, 14 anni;
  4. Gallo Giuseppe, 12 anni e 6 mesi;
  5. Giglio Vincenzo, 14 anni e 3 mesi;
  6. Greco Giuseppe, 13 anni;
  7. Nigro Salvatore, 13 anni;
  8. Salvato Luigi, 5 anni;
  9. Vasamì Piero, 12 anni e 7 mesi

La cosca

La cosca Farao-Marincola è considerata diretta espressione della cosca Grande Aracri, a capo della provincia criminale di Crotone. Capo indiscusso del locale è Giuseppe Farao, ergastolano, capace di impartire ordini alla famiglia anche dal carcere. Una mafia imprenditrice quella dei Farao-Marincola che non si limita a imporre il proprio predominio attraverso le estorsioni ma tende a controllare l’economia, anche attraverso la concorrenza illecita, per monopolizzare ogni settore della vita economica. Una cosca, è emerso dalle indagini, molto proiettata verso «gli investimenti e con tendenza a progetti economici fuori provincia, resi possibili grazie anche all’appoggio di personaggi intranei e contigui residenti in Emilia ed all’estero».

I beni restituiti

I giudici hanno inoltre revocato la confisca nei confronti di Antonio Giorgio Bevilacqua e della De.Ri.Co. New Geo s.r.l., nonché nei confronti di Giuseppe Clarà e della EW&T s.r.l. Eco Work&Trans, disponendo il dissequestro dei beni e la restituzione agli aventi diritto se non sequestrati per altra causa. E ancora della “Pasticceria Gelateria Siciliana” e ne ordina la restituzione a Natale Aiello se non sequestrata per altra causa; della società agricola “Zito & f ili s.n.c.” e ne ordina la restituzione agli aventi diritto se non sequestrata per altra causa; della “G Plast s.r.l.” e ne ordina la restituzione agli aventi diritto se non sequestrata per altra causa; della “Pianeta scommesse s.a.s. di Aloisio Laura & C” e ne ordina la restituzione agli aventi diritto se non sequestrata per altra causa; nei confronti di Luigino Comberiati quanto alle somme di denaro e ne ordina la restituzione all’avente diritto se non sequestrate per altra causa.

Laurenzano: «Oggi è il giorno della verità»

«Oggi è il giorno della verità. Oggi è il giorno in cui ricominciare è possibile». È quanto ha scritto in una nota, l’ex sindaco di Strongoli Michele Laurenzano a commento della sentenza con cui la Corte d’appello di Catanzaro lo ha assolto dall’accusa di associazione mafiosa dopo che in primo grado era stato condannato ad otto anni di reclusione. «Una sentenza – aggiunge Laurenzano – che prima di tutto restituisce serenità alla mia famiglia, il cui pensiero è stato il mio sostegno più grande in questi anni di sofferenza umana e professionale nel corso dei quali non ho mai smesso, comunque, di credere nella giustizia. Grazie al collegio giudicante per avere esaminato le carte processuali con attenzione e scrupolosità. E grazie al mio collegio difensivo, composto dagli avvocati Vincenzo Ioppoli, Pino Pitaro, Vittorio Ranieri e Giovanni Canino, che hanno infuso nel loro caparbio impegno non solo la loro indiscussa professionalità, ma anche la fiducia in me come uomo, non tralasciando nulla pur di arrivare alla verità». (g.curcio@corrierecal.it)

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