CATANZARO La Corte d’Assise di Catanzaro – Massimo Forciniti presidente e Piero Agosteo a latere – accogliendo al richiesta avanzata dall’accusa rappresentata in aula dalla Pm della Dda di Catanzaro, Irene Crea, ha condannato all’ergastolo Antonio Felice (difeso dagli avvocati Gianni Puteri e Guido Contestabile) considerato il responsabile dell’omicidio di Salvatore Battaglia, il giovane rimasto ferito a colpi d’arma da fuoco a settembre del 2019, mentre si trovava all’interno di un’auto parcheggiata nella villetta a Piscopio, nel Vibonese, morto poi il 30 settembre mentre si trovava ricoverato nel reparto di Rianimazione dell’ospedale “Pugliese-Ciaccio” di Catanzaro.
Felice aveva fatto perdere le sue tracce dopo l’agguato avvenuto nei pressi della villetta comunale di Piscopio ma la sua latitanza è durata poche settimane. Giusto il tempo di ricostruire la dinamica della sparatoria avvenuta al culmine di alcune tensioni maturate nell’ambiente criminale di Piscopio e sfociata in una lite avvenuta poche ore prima. Gli investigatori dell’Arma si sono subito messi sulle tracce del 32enne che, nel frattempo, si era rifugiato in Brianza a casa di alcuni amici. A dicembre del 2019, poi, erano state arrestate sei persone, quattro delle quali finite in carcere come disposto dal gip del Tribunale di Catanzaro su richiesta della Distrettuale antimafia di Catanzaro, all’epoca guidata ancora dal procuratore, Nicola Gratteri, e dopo Dopo aver catturato e assicurato alla giustizia il presunto esecutore materiale dell’omicidio identificato dalle indagini nel 32enne Antonio Felice. (g.curcio@corrierecal.it)
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