CATANZARO La lettera inviata da Roberto Porcaro alla gup di Catanzaro, Fabiana Giacchetti, rappresenta la notizia più interessante dell’ultima udienza del processo “Reset“, in corso dinanzi all’aula bunker di Catanzaro. Il processo celebrato con il rito abbreviato, si avvicina a uno dei primi step giudiziari: la chiusura della requisitoria da parte dei pm della Dda. Nella missiva, l’ex pentito parla di «bugie» nei suoi confronti, di accuse infondate e respinge con forza il ruolo di dominus del “suo” gruppo criminale.
Il sostituto procuratore della Distrettuale, Corrado Cubellotti ha ricostruito in aula le posizioni e i profili di 26 imputati. Tra i quali figurano, l’attuale assessore del comune di Cosenza, Francesco De Cicco e Daniele Chiaradia. Il capitolo per quanto riguarda i due è quello relativo al gaming: giochi e scommesse. Per quanto riguarda il secondo, l’accusa è di aver il controllo della «gestione diretta di sale da gioco e agenzie di scommesse e sia la locazione di slot machine contenenti schede artificiosamente alterate o comunque contraffatte, ad altri soggetti economici attivi nel settore del gaming». Per quanto concerne la posizione di De Cicco, invece, «avrebbe sistematicamente preso in locazione dal gruppo Chiaradia-Orlando slot machine vietate in quanto contenenti schede alterate o contraffatte».
Non solo gaming, tra i profili tratteggiata dall’accusa c’è anche quello di Francesco Iantorno detto “Tarzanicchiu”, «con compiti specifici di gestione del traffico di sostanze stupefacenti e stretto collaboratore di Tonino e Roberto Presta». Secondo la Dda sarebbe «referente del clan per la zona di San Lorenzo del Vallo e di Spezzano Albanese, occupandosi di versare al clan i proventi illeciti provenienti dalle attività illecite di quella zona». Sempre sul versante droga, altro profilo ricostruito in aula è quello di Cesare D’Elia detto “Cesarino”, «partecipe della confederazione di ‘ndrangheta, formalmente affiliato tra le fila degli Zingari, collabora con tutti i diversi referenti criminali succedutisi e in particolare con Antonio Abruzzese alias “Strusciatappine” in tutti gli affari delittuosi tipici, in particolare nella gestione del narcotraffico».
Nella prossima udienza, saranno discusse le posizioni di altri undici imputati, tra i quali figurano i fratelli Alberto Turboli e Danilo Turboli, quest’ultimo ex collaboratore di giustizia e considerato «luogotenente» di Roberto Porcaro. Nel corso della medesima udienza, dovrebbe concludersi la requisitoria con la richiesta di pene invocate dalla Dda. (f.b.)
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