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il processo

Rinascita 3, in quattro all’abbreviato. Ammesse le parti civili – I NOMI

Stralciate le posizioni di altri quattro indagati. L’inchiesta ha fatto luce sulle attività di riciclaggio a favore della cosca Bonavota

Pubblicato il: 18/12/2023 – 15:06
Rinascita 3, in quattro all’abbreviato. Ammesse le parti civili – I NOMI

CATANZARO Nuova udienza oggi a Catanzaro della fase preliminare del processo “Rinascita 3 – Assocompari”, di scena nell’aula bunker. Il gup distrettuale ha stralciato per difetto di notifica le posizioni di quattro indagati. Si tratta di Giovanni Barone, 54enne di Roma; Basilio Caparrotta, Saverio Boragina 71enne di Vibo ed Erika Ventrice, 35enne di Vibo Valentia.

In 4 all’abbreviato

Nel corso dell’udienza, inoltre, il gup distrettuale di Catanzaro ha ammesso al rito abbreviato quattro dei 25 indagati. Si tratta di: Giuseppe Fortuna detto “Peppe”, 46 anni di Sant’Onofrio; Giuseppe Fortuna detto “Pino”, 60 anni di Vibo Valentia; e poi De Luca Giuseppina, 55 anni di Vibo Valentia e Barba Vincenzo, 72enne di Filogaso. Per i restanti 17 indagati, invece, la Dda ha confermato la richiesta di rinvio a giudizio.

Le parti civili

Ammesse, poi, tutte le parti civili che avevano presentato istanza. Tra queste, i Comuni di Pizzo, Vibo Valentia e Sant’Onofrio. Tra le altre, poi, il ministero dell’Interno, la Regione Calabria, la Provincia di Vibo Valentia, e associazioni antiracket. Tra le parti private, invece, “Stella del Sud”.

L’inchiesta

Sant’Onofrio, roccaforte della cosca Bonavota, fino all’Ungheria, Cipro, Francia, Danimarca e Gran Bretagna. Sono gli Stati con in quali la Dda di Catanzaro ha collaborato e lavorato – insieme al Ros e ai carabinieri della provinciale di Vibo Valentia – nel corso dell’indagine “Rinascita 3”, con il blitz scattato nel gennaio scorso contro il clan Bonavota di Sant’Onofrio, nel Vibonese, e avrebbe documentato l’appartenenza al clan di quattro soggetti uno dei quali, per agevolare le attività di riciclaggio a favore della cosca, avrebbe costituito una serie di società di diritto italiano, ungherese e cipriota, fittiziamente intestate a terzi soggetti. Sono state anche ricostruite le dinamiche di una truffa, consumata nel 2017, ai danni di investitori dell’Oman che avevano versato la somma di un milione di euro dietro la promessa di ottenere il 30% delle quote di una società cui era riconducibile un compendio immobiliare a Budapest. (Gi. Cu.)

I nomi:

  1. Loris Junior Aracri, 33 anni di Pizzo;
  2. Raffaele Arone, 48 anni di Sommariva del Bosco (Cuneo);
  3. Basilio Caparrotta, 52 anni di Sant’Onofrio;
  4. Gerardo Caparrotta 55 anni di Carignano (To);
  5. Francesco Caridà, 55 anni di Pizzo;
  6. Gianluigi Cecchi, 51 anni di Milano;
  7. Domenico Cichello detto Salvatore 43 anni di Vibo Valentia;
  8. Annamaria Durante, 48 anni di Vibo Valentia;
  9. Danilo Fiumara 54 anni di Francavilla Angitola (Vv);
  10. Luigi Fortuna, detto “Mastro Gino”, 57 anni di Vibo;
  11. Gaetano Loschiavo 35 anni di Sant’Onofrio;
  12. Francesco Santaguida 45 anni di Vibo Valentia;
  13. Antonella Silvia Serrao, 59 anni di Francavilla Angitola;
  14. Fabrizio Solimeno 33 anni nato a Torino;
  15. Marilena Ventrice, 34 anni di Soriano Calabro;
  16. Michele Vitale 44 anni di Chieri (To);
  17. Sona Vesholli 30 anni nata in Albania.

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