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Mamma calabrese ritrova la figlia dopo 40 anni. La bimba era stata data in adozione a Firenze

La donna rimase incinta a 15 anni e fu osteggiata dal padre. Grazie alla madre raggiunse una casa famiglia in Toscana

Pubblicato il: 18/01/2024 – 12:04
Mamma calabrese ritrova la figlia dopo 40 anni. La bimba era stata data in adozione a Firenze

FIRENZE Madre e figlia di nuovo insieme dopo oltre quarant’anni. È la storia di Anna e Valentina, che si sono incontrate per la prima volta dieci mesi fa, il 24 marzo scorso, grazie al desiderio di entrambe mai venuto meno e all’iniziativa della seconda, decisa a portare avanti la ricerca delle proprie radici come consente la legge italiana da ormai dieci anni. E’ la storia pubblicata nel numero di Toscana Oggi in uscita in questi giorni. Anna rimase incinta a soli quindici anni. Osteggiata dal padre ma non dalla madre quest’ultima, grazie a un’amica infermiera di Firenze, riuscì a farla arrivare dalla Calabria a Casa Speranza a Settignano, nel comune di Fiesole (Firenze), una casa famiglia per ragazze madri tuttora esistente. La bambina di Anna venne data in adozione e la giovanissima madre tornò in Calabria per poi tornare a Firenze, una volta maggiorenne e grazie ancora all’aiuto della madre, per iscriversi al Conservatorio e diplomarsi. Nel 2014 Valentina – cresciuta in una bella famiglia adottiva, che già aveva tentato di scoprire chi fosse la sua vera mamma scoprendo però che sull’estratto dell’atto di nascita era scritto “da donna che non consente di essere nominata”, e a sua volta diventata mamma a 34 anni -, saputo che la legge italiana era cambiata, si era rimessa in moto nelle sue ricerche. Riuscendo però alla fine ad arrivare il 24 marzo 2023 al tanto atteso incontro. «C’è stata subito un’intesa bellissima» spiega Anna che, riferisce Toscana Oggi, negli anni aveva pensato spesso alla sua bambina ma sapeva che per legge non l’avrebbe potuta rintracciare «Un genitore biologico che ritrova un figlio dopo 30, 40 anni non può togliere nulla alla famiglia adottiva. È una felicità indescrivibile» aggiunge. «Per quanto una persona possa avere una storia di adozione felice – spiega Valentina – a un certo punto della vita conoscere le proprie origini diventa un bisogno da affrontare. Questo presente ci permette di fare pace con un passato che inevitabilmente ha creato dolore a entrambe». (Ansa)

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