CORIGLOIANO ROSSANO «Quando sono arrivato ho visto un 6×3 che invitava a togliere le mani dal porto di Corigliano Rossano, quando invece da anni c’è chi chiede che qualcuno metta mano allo scalo». Andrea Agostinelli, esordisce così per introdurre – in conferenza stampa organizzata nella sede dell’autorità portuale di CoRo – il progetto di Baker Hughes nello scalo della terza città della Calabria. «Non è una questione economica, ma politica» specifica il sindaco di CoRo Flavio Stasi che ribadisce la necessità di tener conto della presa di posizione dell’amministrazione che «non ha pregiudizi sul progetto», ma «occorre capire che impatto avrà il progetto in termini di ritorno e soprattutto come si potrà aprire lo scalo ad investimenti diversi da quello portato avanti dalla multinazionale industriale».
«Oggi il porto di Corigliano non è toccato da linee commerciali, non è toccato da traffici. Noi con questa iniziativa, sia pure industriale, diamo vita al traffico mercantile. Arriveranno cinque navi al mese e i cinque navi al mese ripartiranno con i manufatti prodotti da questa iniziativa industriale e quindi si crea un indotto e si crea un traffico mercantile che darà vita ai servizi portuali del porto di Corigliano», dice Agostinelli al Corriere della Calabria. E sulla realizzazione della banchina crocieristica. «La banchina crocieristica è solo parzialmente finanziata, ma è rimasta nelle pianificazioni triennali dell’Autorità portuale perché noi vogliamo costruire anche quella banchina da crociera». Tutti gli investimenti sono mirati alla valorizzazione del Porto di Corigliano che «attualmente è abitato dalla più grande marineria da pesca della Calabria e anche loro dovranno essere tutelati.
Abbiamo in previsione un investimento da un milione e duecentomila euro per rifare completamente gli ormeggi per i pescherecci di Corigliano Rossano». Inevitabile un passaggio dedicato alla crisi di Suez e alle possibili ripercussioni sul traffico merci nel Mediterraneo e sul porto di Gioia Tauro. «La situazione è molto delicata e riguarda tutta la portualità mediterranea, ci sarà un rischio anche latente che le navi possano proseguire le loro rotte per il nord Europa bypassando il Mediterraneo. In questo momento noi abbiamo assicurazione che manterremo i traffici mercantili contenitori e manterremo i traffici mercantili automotive che tanto interessano le banchine di Gioia Tauro».
«Noi siamo pronti, una volta ottenuta la concessione – in un anno – realizzeremo il progetto e assumeremo e formeremo le persone che dovranno lavorare all’interno dell’insediamento. Come abbiamo già annunciato si parla di oltre 200 nuovi posti di lavoro tra Vibo e Corigliano e di investimenti che vanno oltre i 60 milioni», dice Maria Francesca Marino, direttore dello stabilimento Baker Hughes di Vibo Marina. E’ importante rendere ancora più attrattivo il porto di Corigliano Rossano? «Assolutamente, perché la presenza di un’industria all’interno di un porto, non può far altro che essere da volano per uno sviluppo economico, ma anche avere un impatto significativo sulla comunità che ci ospita», aggiunge Marino. Alle parole di Marino fanno eco quelle pronunciate dall’assessore regionale Rosario Varì. «C’è un impatto occupazionale fortissimo non soltanto per le assunzioni, settori quali la logistica, la metalmeccanica saranno fortemente interessati, così come quello dei servizi. In più, si tratta di una società, di una multinazionale che investe in ricerca, in sviluppo, in formazione. Ciò significa che i profili che verranno occupati saranno diversi: tecnici, operatori, ma anche ingegneri, manager», sostiene l’assessore. Che poi aggiunge: «Anche i nostri giovani, i nostri maggiori talenti potranno fermarsi su questo territorio, lavorare per una multinazionale importante e creare quindi le condizioni affinché in Calabria, qui a Corigliano, siano attratti ulteriori investimenti. Crescita e sviluppo generano ulteriore crescita».
La posizione del sindaco Stasi è chiara, il primo cittadino l’ha illustrata ad inizio conferenza. Non è un “no” fermo all’investimento, ma un “ni” in attesa di comprendere come e quanto l’arrivo di Baker Hughes potrà davvero contribuire allo sviluppo del porto di CoRo.
«Sono questioni di carattere politico che riguardano lo sviluppo strategico del territorio e si deve tener conto dell’amministrazione comunale. Qualche giorno fa abbiamo finalmente iniziato ad affrontare, grazie all’intervento del Presidente della Giunta regionale, alcune questioni cruciali di carattere tecnico. Ma c’è chi dice no. «Fortunatamente ci sono i fronti del sì e i fronti del no perché siamo una città viva, una città dove si respira democrazia. L’amministrazione comunale tiene conto anche di quei pareri, ha sempre detto fin dall’inizio che non abbiamo una posizione pregiudiziale».
(f.benincasa@corrierecal.it)
x
x