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‘ndrangheta a cosenza

Gli incontri a casa di Patitucci. «Arrivano i soldi, è lui il detentore del fondo»

L’ex boss degli “Italiani” accoglie in casa «affiliati vicini al clan» e parlano «di spartizione dei soldi frutto di estorsioni, usura e droga»

Pubblicato il: 18/02/2024 – 13:13
di Fabio Benincasa
Gli incontri a casa di Patitucci. «Arrivano i soldi, è lui il detentore del fondo»

LAMEZIA TERME Rocco Francesco Silvestri, ispettore della Polizia di Stato in servizio alla Squadra Mobile di Cosenza, si è occupato insieme ai suoi colleghi dell’attività di indagine su Francesco Patitucci e Mario Piromallo detto “Renato”, due dei principali indagati dell’inchiesta della Dda di Catanzaro denominata “Reset” condotta contro la ‘ndrangheta cosentina. Una sfilza di collaboratori di giustizia hanno fornito un contributo alle indagini sui due profili criminali cosentini: si tratta di Celestino Abbruzzese, Franco Bruzzese, Luciano Impieri, ed ancora Ernesto e Adolfo Foggetti Giuseppe Zaffonte, Daniele Lamanna.
Silvestri ha ricostruito, nell’aula bunker di Lamezia Terme e dinanzi al Tribunale collegiale di Cosenza (presidente Carmen Ciarcia), tutti i dettagli del lavoro svolto per ricostruire le attività di alcuni dei soggetti a processo.

«Patitucci detentore del fondo»

Francesco Patitucci non possiede telefoni e per investigare è stata «richiesta l’autorizzazione all’intercettazione dell’utenza telefonica della all’epoca moglie Rosanna Garofalo». Non solo, chi indaga ha monitorato dal 14 Febbraio 2020 al dicembre 2020, l’abitazione dell’ex reggente del clan degli “Italiani”. «Noi abbiamo registrato diversi colloqui, diversi incontri con tutti i suoi sodali o soprattutto con i personaggi, i suoi quelli che possiamo definire luogotenenti. Quindi abbiamo riscontrato incontri all’interno dell’abitazione con Renato Piromallo, con Salvatore Ariello, con Illuminato Antonio e anche con Michele Di Puppo», racconta il teste. Che aggiunge: «Dopo sono andati a trovarlo anche altri soggetti, sempre vicini alla criminalità organizzata, sempre soggetti affiliati o comunque con cointeressenze o comunque molto vicini al gruppo Lanzino-Patitucci». Nel corso di una riunione a casa del boss, «questi soggetti parlano dei problemi all’interno dell’associazione, parlano della spartizione delle quote dei soldi che loro hanno acquisito in maniera illecita dalle estorsioni, dall’usura, dal traffico di droga e in questo caso, ad esempio, Illuminato parla dei soldi che sono stati divisi in maniera equa con i suoi luogotenenti, quindi Di Puppo, Mario Piromallo e Sasà Ariello e naturalmente Patitucci. Illuminato invece viene stipendiato da quello che noi capiamo». Questo episodio è per chi indaga la manifestazione palese dell’esistenza di una associazione. «Arrivano i soldi e capiamo che è Patitucci il detentore del fondo». Nella spartizione del danaro compare anche il nome dell’ex pentito e oggi recluso nel carcere di Terni al 41 bis, Roberto Porcaro.

Qualcuno si lamenta

C’è chi – come sottolinea l’ispettore Silvestri – si lamenta della paga. «Renato Piromallo che, a dire di Illuminato, si lamenta che i soldi che gli arrivano sono pochi». «Siamo già in emergenza Covid – specifica il teste – e ci sono i dissapori per quanto riguarda la spartizione, non ci sono gli introiti». Il periodo di riferimento è la settimana della Pasqua 2020, «molti negozi sono chiusi». I mal di pancia di Piromallo, non riguardano solo lo scarso introito di danari, ma si riferiscono ad un tempo antecedente «quando lui era detenuto in carcere, Patitucci aveva delegato come suo rappresentante e quindi forse anche come capo, Porcaro Roberto e lì erano nati già i primi dissapori con Renato Piromallo».

«Ognuno gestiva le estorsioni per conto proprio»

Sebbene gli introiti della presunta Confederazione di ‘ndrangheta cosentina confluissero nella “bacinella” comune, ognuno «commetteva le estorsioni per conto suo, poi questi soldi che loro recuperavano dalle estorsioni, dalle attività illecite andavano a finire nella cosiddetta bacinella, che gestiva Patitucci». Un problema sorge quando uno degli uomini di vertice finisce in carcere, ovvero Porcaro. Il suo “portafoglio clienti” viene ceduto ad un altro esponente del clan e la vittima continua a pagare. «La discussione nasce perché Illuminato dice a Patitucci che non voleva che Piromallo si prendesse questo portafoglio clienti di Porcaro, perché già Piromallo aveva una notevole autonomia, aveva una notevole autonomia nelle sue attività».

Il controesame

Sulla posizione di Francesco Patitucci, interviene l’avvocata Laura Gaetano. In relazione a queste visite, questi incontri a casa di Patitucci, lei ha mai diciamo potuto constatare una visita a Patitucci da parte di qualcuno che voi ritenete intraneo o comunque sodale del gruppo Presta? «No». E invece avete mai avuto modo di verificare l’accesso in casa di Patitucci di qualcuno che voi ritenete essere appartenenti al clan cosiddetto degli Zingari?
«Abbiamo riscontrato un incontro, se non ricordo male, con “Manu mozza” (il soprannome attribuito a Fiore Bevilacqua ndr), se non ricordo male».
(f.benincasa@corrierecal.it)

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