ROMA «Bisogna perseguire chi lucra su questi traffici. Che siano gli scafisti, gli organizzatori, la ‘ndrangheta, o chiunque. C’è sempre un trait d’union tra chi delinque. È un’emorragia continua. Ne accogli 100 ma altri 100 ne muoiono per strada. È come una tubazione fradicia che perde e la si vuole tamponare con la carta igienica. Bisogna essere più radicali». Così il sindaco di Cutro Antonio Ceraso, contattato da LaPresse. Lo scorso 8 febbraio il gip di Crotone ha condannato a 20 anni di reclusione, e a 3 milioni di euro di multa, Gun Ufuk, 29enne turco accusato di essere uno degli scafisti.In vista dell’anniversario, la comunità di Cutro sta organizzando dei momenti di ricordo delle vittime. «Il 26 la Regione Calabria ha organizzato diversi eventi – spiega -. Metteremo un glass in piazza, con all’interno diversi reperti del naufragio. Poi ci sarà un momento di ricordo nella chiesa delle monachelle attigua al Comune». Altro aspetto su cui si concentra l’attenzione del sindaco di Cutro è quello della gestione dei flussi migratori: «E’ facile dire “accoglienza”, ma poi li lasciamo così? Io penso che i flussi regolari servano ad aiutare questa gente, ma credo che vadano aiutati lì dove sono. Perché l’Italia non può sopportare tutto quello che arriva. I disagi li abbiamo già noi come italiani, questo non vuole discriminare, ma l’Italia non è la panacea di tutto e tutti».
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