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l’indagine

Traffico illecito di rifiuti dall’Italia alla Tunisia, coinvolta anche un’azienda di Soverato

La società di intermediazione calabrese secondo l’inchiesta dalla Dda di Potenza avrebbe affidato il conferimento ad una società tunisina

Pubblicato il: 29/02/2024 – 13:07
di Giorgio Curcio
Traffico illecito di rifiuti dall’Italia alla Tunisia, coinvolta anche un’azienda di Soverato

LAMEZIA TERME C’è anche una società di intermediazione di Soverato nell’inchiesta condotta dalla Direzione distrettuale antimafia di Potenza. L’indagine che, su input del gip del Tribunale potentino ha portato all’esecuzione di plurimi provvedimenti cautelari personali nelle province di Napoli, Salerno, Potenza e Catanzaro. Si tratta della “Ecomanagement s.p.a.” di Soverato. L’indagine, condotta dai Carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico di Salerno e dalla DIA di Potenza, costituisce lo sviluppo e l’esito di una complessa attività investigativa che, sulla base del quadro indiziario raccolto ha consentito di individuare vaste operazioni di trasferimento all’estero di rifiuti in un preoccupante scenario di traffico transfrontaliero con elusione dei controlli sul ciclo dei rifiuti e conseguenti danni all’ambiente ed alla salute dell’uomo ad opera di soggetti italiani. Questi ultimi avrebbero agito con la complicità di intermediari anche stranieri, organizzando il trasferimento all’estero di rifiuti (che peraltro sulla base della normativa vigente, anche di carattere internazionale, non potevano essere esportati) verso soggetti del tutto privi della capacità di trattarli, recuperarli e smaltirli regolarmente e, dunque, verosimilmente, destinati ad essere incendiati (come pure avvenuto) o illecitamente abbandonati/interrati in Africa, contribuendo così ad implementare il fenomeno dell’incontrollato smaltimento, nel continente africano, di rifiuti provenienti dai paesi industrializzati.

Il ruolo della società calabrese

Secondo le indagini, sarebbe stata la società calabrese ad aver affidato, per prima, all’azienda tunisina “GC Service” le operazioni di conferimento, selezione e avvio al recupero di rifiuti speciali CER 191212 per un quantitativo di 10.000 tonnellate mensili fino a un tetto massimo di 120mila. Poi sarebbe intervenuta la “Sviluppo Risorse Ambientali (Sra)” «in un contratto già stipulato dall’impresa calabrese, pagando alla “Ecomanagement S.P.A.”  – scrive il gip – una somma fissa per l’intermediazione più 22 euro a tonnellata per la cessione, e firmerà un secondo contratto con la Soreplast, il 30 settembre 2019» in qualità di impianto di ricezione, recupero e smaltimento del rifiuto, sito nella città di Sousse. Ma non è tutto. Secondo l’inchiesta della Dda di Potenza, infatti, la società Ecomanagement s.p.a., non si limitava a cedere il contratto alla SRA s.r.l., ma si impegnava a fornire alla Soreplast di Sousse i macchinari necessari per giustificare le operazioni di recupero – un simulacro annota il gip – cioè, una vecchia pressa e un nastro di selezione, attualmente abbandonati presso un secondo capannone ubicato in un centro a pochi chilometri da Sousse».

Lo scandalo tunisino

Gli inquirenti, poi, mettono l’accento sul clamore mediatico generato dal reportage di una emittente televisiva tunisina che aveva informato l’opinione pubblica della operazione d’importazione di rifiuti in questione, e aveva indotto il ministero degli Affari Locali e dell’Ambiente tunisino a disporre l’apertura di una inchiesta in cui vennero coinvolti, come riportato dalle testate giornalistiche dell’epoca, politici e alti funzionari di Stato, taluni dei quali tratti in arresto. In tale contesto tutti i rifiuti sono stati in parte fermati ed in parte respinti dalle locali «Autorità tunisine a causa di accertate difformità sia con riferimento alla tipologia degli stessi, che in relazione alla falsità dei documenti di accompagnamento ed in particolare alla esistenza di autorizzazioni rilasciate da organi del tutto incompetenti». 

Gli arresti in Campania

Sul fronte italiano, le indagini hanno consentito di disvelare un complesso sistema attraverso cui è stato organizzato un ingente traffico illecito di rifiuti, reso possibile, tra l’altro, dalla concessione di due autorizzazioni rilasciate dall’UOD di Salerno della Regione Campania. Sono state quattro le spedizioni effettuate nell’arco temporale dal 14 maggio al 16 luglio 2020, circa 282 containers sotto la lente di ingrandimento degli investigatori (tra maggio e luglio 2020) con partenza da Polla e, in seguito, rispediti in Italia, per un totale di circa 7.891 tonnellate di rifiuti, 70 dei quali giunti presso l’impianto tunisino della Soreplast S.u.a.r.l., poi interessato da un incendio doloso che ha mandato in fumo buona parte dei rifiuti in esso stipati, e i rimanenti bloccati al porto tunisino di Sousse. Nell’inchiesta è finito agli arresti domiciliari anche uno dei due funzionari della Regione Campania, mentre sono stati eseguiti anche provvedimenti di sequestro dei beni delle società coinvolte sino a un ammontare pari all’illecito profitto derivante loro dalle illecite attività contestata.  (g.curcio@corrierecal.it)

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