CROTONE Il sindaco di Crotone, Vincenzo Voce, è disponibile a dire sì all’utilizzo della discarica di Columbra (nella foto) per il conferimento dei rifiuti industriali derivanti dalle attività di bonifica, ma pone delle condizioni. Voce è preoccupato dal fatto che «siamo in una situazione di stallo, perché è tutto fermo ed è tutto bloccato».
L’utilizzo della discarica di Columbra, quindi, potrebbe sbloccare la situazione, ma «c’è la preoccupazione che si vuole iniziare a smaltire e se, poi, lo spazio disponibile a Columbra dovesse esaurirsi, si ferma tutto e si inizierà a chiedere ampliamenti dell’impianto di proprietà dei fratelli Vrenna». Una situazione del genere «potrebbe fare arrivare a Crotone altre schifezze». Voce lancia l’allarme sul fermo e su quello che accadrebbe, se sic et simpliciter, se si decidesse di autorizzare l’uso della discarica privata di Crotone. L’argomento su cui si ragiona in un incontro a due, riguarda appunto l’attività di bonifica prevista dal Pob fase 2 (Piano operativo di bonifica). Secondo Voce, bisogna essere cauti e predisporre le cose in modo tale che non siano autorizzati ampliamenti che potrebbe produrre altri danni all’ambiente. La sua idea è quella di «fare inserire ufficialmente il fattore di pressione localizzativo». Questo strumento, già adottato in Lombardia, consentirebbe a Crotone di bloccare ampliamenti delle discariche esistenti e di evitare nuove autorizzazioni tra le quali quella proposta in località Giammiglione dall’imprenditore abruzzese Guglielmo Maio.
«Crotone ha già dato tanto e il fattore di pressione localizzativo consentirebbe di non avere più di 64.000 tonnellate di volume di discariche per chilometro quadrato in un raggio di cinque chilometri». Più volte Voce ha ribadito che sta difendendo il territorio della città avendo come alleati sia la Regione che la Provincia pitagorica. I tre enti marciano uniti, anche se quella della bonifica che non parte è una storia lunga e Voce ricorda che sono già trascorsi quattro anni da quando il Pob fase 2 ha ottenuto il via libera e i lavori languono. «La Conferenza dei servizi decisoria è stata approvata il 24 ottobre del 2019 ed è tutto bloccato perché l’Eni non sa dove andare a smaltire i rifiuti industriali di Crotone». L’ultima proposta, quindi, prevede lo smaltimento dei rifiuti nella discarica di Columbra a Crotone, di proprietà dei fratelli Vrenna. Il sindaco ricorda che la disponibilità di questa discarica oggi non supera le 600.000 tonnellate. Uno spazio che, addirittura, potrebbe essere insufficiente per accogliere tutti i rifiuti stipati a Crotone. L’idea dell’Eni è di smaltire i rifiuti a Crotone, ma c’è il vincolo del Paur (Provvedimento autorizzatorio unico regionale) che è stato recepito dalla Conferenza dei servizi decisoria. La Conferenza decisoria impone lo smaltimento dei rifiuti industriali in discariche ubicate al di fuori del territorio della Calabria. L’Eni non condivide e chiede con forza l’eliminazione del vincolo previsto dal Paur. perché non ci sarebbe la disponibilità di discariche al di fuori del territorio calabrese per accogliere la tipologia dei rifiuti presenti a Crotone. Ci sarebbero state anche pressioni presso il ministero dell’Ambiente per intervenire e modificare il Paur.
Secondo Voce «il ministero non ha il potere di modificare uno strumento condiviso da Regione, Comune e Provincia». Andando avanti nel suo ragionamento, Voce torna a parlare della riunione decisoria del 24 ottobre 2019: «In quella sede l’allora assessore regionale all’Ambiente, Antonella Rizzo, ha imposto che i rifiuti fossero trasportati fuori dalla Calabria e, quindi, il Pob fase 2 è stato approvato con questa impostazione, mentre l’amministratore delegato di Sindyal (oggi Eni Rewind, ndr) ha scritto a penna, su un foglio allegato al verbale, che non era d’accordo sul trasporto fuori regione. La domanda che dobbiamo porci – ha continuato Voce – è perché questa cosa non è stata sollevata nella fase istruttoria». Se non c’era la disponibilità di discariche per conferire i rifiuti di Crotone «la questione doveva essere sollevata prima, durante la fase tecnica e non al momento della decisione».
«Oggi l’Eni – ha sottolineato Voce – non può dire che quel processo è durato pochi giorni e non ha avuto il tempo necessario per valutare le questioni, perché sono passati anni a discutere su come procedere». Dopo avere raccontato ogni passaggio della vicenda Voce evidenzia che i rifiuti presenti nelle due discariche a mare “non possono essere bonificati, ma semplicemente rimossi e trasportati da un’altra parte o procedere con una messa in sicurezza permanente». Portati dove? A questa domanda, Voce ha risposto: «Non esistono discariche per abbancare rifiuti con i codici specifici». Il vero problema è rappresentato dal fatto che a Crotone ci sono «rifiuti Tenorm con matrice d’amianto che, allo stato attuale, non potrebbero andare in nessuna discarica non essendoci impianti che prevedono lo smaltimento di questa tipologia». Nel passato, al tempo dell’assessore regionale all’Ambiente Sergio De Caprio (Ultimo), era stato proposto il trasporto di questi rifiuti all’interno della fabbrica ex Pertusola sud. L’idea prevedeva la creazione di “collinette dei veleni”. Questa ipotesi è stata subito bocciata. Oggi è tutto fermo. Che cosa pensa di fare il sindaco Voce sulla proposta di annullare il vincolo Paur? La riposta a questa domanda è stata: «Ottenere garanzie che non ci saranno ampliamenti di discariche esistenti o autorizzazioni di nuovi impianti facendo approvare dal tavolo “il fattore di pressione localizzativo. Dico sì all’annullamento del vincolo, ma la cosa deve avvenire alle mie condizioni». Prima di dire sì, l’Eni deve riconoscere anche una ricaduta al nostro territorio per i danni che ha subito. La somma assegnata alla città dalla sentenza del Tribunale di Milano è residuale e comprende tutti i danni. Stiamo per intraprendere una nuova vertenza e con il presidente della Provincia, Sergio Ferrari, abbiamo avviato la procedura per chiedere alla Regione di incassare i 150 milioni di euro della fideiussione sottoscritta dell’Eni per il mancato rispetto dei tempi previsti per realizzare l’intervento di bonifica».
E se lo spazio di Columbra non dovesse bastare per accogliere tutti i rifiuti, quale discarica occorre utilizzare? «I rifiuti pericolosi e quelli con matrice d’amianto dovrebbero essere portati in un’area dedicata in una cella». A Crotone? «A Crotone o in un’altra discarica».
«Vorrei ricordare – ha continuato – che l‘operazione Poseidone condotta dall’allora pm de Magistris ha scoperchiato un traffico per lo smaltimento di 400.000 tonnellate di ferriti che, nell’arco di poco tempo, sono state trasportate a Porto Vesme». I rifiuti si smaltiscono a Crotone, ma «se ci fosse un altro comune disponibile ad ospitare un impianto di confinamento sono disponibile», ha evidenziato Voce. In ogni caso i volumi che sono disponibili a Columbra non sono sufficienti ad ospitare tutti i rifiuti. «C’è da dire che non tutti i rifiuti sono pericolosi e, quindi, potrebbero essere portati in altre regioni». Secondo Voce, «la quantità di rifiuti pericolosi potrebbero essere smaltiti a Columbra, dove lo spazio dovrebbe esserci e quelli non pericolosi possono tranquillamente essere trasportate in altre realtà. Siamo noi i responsabili del nostro territorio».
Questa mattina arriva l’esercito chiamato dal commissario per la bonifica, Emilio Errigo, che ne pensa? «L’esercito ci può aiutare a capire la situazione e la sua gravità, nel caso specifico non ha il ruolo che avrebbe il Genio militare quando viene chiamato a costruire un ponte. Il generale Errigo sta utilizzando l’esercito per smuovere le cose, ma se c’è da smaltire un metro cubo di Tenorm con matrice d’amianto la cosa più importante è sapere dove portarlo, a meno che oggi i generali che arrivano non indicheranno qualche soluzione. Se si invoca l’esercito e questo arriva la soluzione da praticare si deve avere».
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