È uscito “Il militante ignoto”, il primo libro scritto da Domenico Furgiuele, dirigente e deputato della Lega alla sua seconda legislatura consecutiva, ma soprattutto storico militante di destra. Lo scritto offre uno spaccato di vita vissuta a stretto contatto con i valori della militanza e della identità che hanno innervato il percorso politico di Furgiuele.
«Non considero questo lavoro un’autobiografia – afferma il parlamentare – ma la narrazione di una cavalcata che mi ha portato ad entrare nei palazzi più importanti del paese partendo dalla realtà del cantiere di lavoro, dalla condivisione dei valori e del sacrificio, senza smarrirli mai. D’altro canto come potrei, considerando i sacrifici che ho fatto?». Ed è proprio lo stretto legame tra le istituzioni repubblicane e il sudore del lavoro duro spartito come il pane con i suoi sodali uno dei leit motiv che rende “Il militante ignoto” un libro scorrevole, semplice e complesso allo stesso tempo poiché esso indaga a fondo il fenomeno (in estinzione) nella scena pubblica attuale della passione politica, l’amore per gli ideali i quali , se ci sono veramente, non sbiadiscono mai.
Neanche quando chi ne sia portatore fiero compia un balzo dimensionale incredibile dalla strada all’ovatta parlamentare. Non a caso Domenico Furgiuele considera questo suo primo scritto un manuale, più che altro un prontuario per indirizzare quella merce rara che si chiama militanza. A prescindere da quale ideale la animi, la politica con la p maiuscola merita di essere vissuta con pienezza tra i vicoli, nelle piazze, al tepore umano delle sezioni , e quindi a stretto contato con le persone pur in una epoca “liquida” e a trazione virtuale. Altrimenti, semplicemente, essa (la politica) non è. «La politica è servizio, è volontariato, non un ascensore sociale», e lui che l’ha fatta in contesti a dir poco anticonformistici ne sa qualcosa. Poi può capitare che nel farla, nel nutrirla di militanza, essa possa regalarti grandi onori come quello di approdare in parlamento, l’importante è considerarla sempre un valore nobile che si può realizzare a prescindere dalle cariche che si ricoprono. Perché il pulpito dal quale parlare al popolo non è necessariamente lo scranno, ma gli ideali vissuti, respirati, consumati insieme al rancio sul cantiere. È anche questa la morale sottesa al “Militante Ignoto” di Domenico Furgiuele, una storia vera di militanza e lavoro.
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