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il processo

La mano della ‘ndrangheta dietro l’omicidio di Natale a Pesaro: chiesto l’ergastolo per Versace

Secondo i pm di Pesaro l’omicidio sarebbe stato compiuto per «agevolare la cosca Crea» alla quale apparteneva il fratello della vittima

Pubblicato il: 31/05/2024 – 19:01
La mano della ‘ndrangheta dietro l’omicidio di Natale a Pesaro: chiesto l’ergastolo per Versace

La Procura di Pesaro ha chiesto la pena dell’ergastolo per Rocco Versace, l’uomo calabrese di 58 anni accusato dell’omicidio – in concorso – di Marcello Bruzzese, ucciso la sera di Natale del 2018 davanti alla propria abitazione. La vittima, infatti, è il fratello di un pentito di ‘ndrangheta. Per l’accusa, dunque, si tratterebbe di un omicidio compiuto per agevolare «la famiglia di ‘ndrangheta Crea, alla quale apparteneva Girolamo Biagio, fratello della vittima, prima di diventare collaboratore di giustizia».

La requisitoria

Come riporta il “Corriere Adriatico”, per il pm Versace avrebbe quindi pianificato l’omicidio, eseguito materialmente dal 44enne Francesco Candiloro e dal 45enne Michelangelo Tripodi, già condannati all’ergastolo in giudizio abbreviato, come esposto durante la requisitoria della procuratrice capo di Ancona Monica Garulli, dopo quelle dei pubblici ministeri Paolo Gubinelli e Daniele Paci lunedì scorso. I magistrati hanno evidenziato i rapporti tra Versace e i due killer, compresi i sopralluoghi a Ivrea e Termoli, dove vivevano gli altri fratelli di Marcello: «La cosca Crea non aveva ancora deciso chi ammazzare, ma dovevano farla pagare». Come rappresentato ancora dall’accusa, infatti, Girolamo Biagio, grazie alle sue testimonianze, «ha permesso di far arrestare e far condannare vari membri della cosca Crea di Rizziconi», riporta ancora il Corriere Adriatico. La procura ha evidenziato come Versace sia già stato condannato per aver favorito la latitanza di Teodoro Crea. Poi il sopralluogo di novembre a Pesaro e gli incontri con i complici a Orte per programmare il delitto. Utilizzavano sim olandesi criptate per comunicare, tutte scoperte grazie a un incrocio di una mole di dati di 1 miliardo e 250 milioni di “righe di traffico”. Tutte censite grazie a una applicazione creata ad hoc dal Ros dei Carabinieri: la Ligatab.
Per la procura, dunque, «Versace avrebbe avuto il ruolo di supporto logistico all’omicidio» e avrebbe fornito un «contributo causale procurando le utenze criptate secondo un progetto unitario di eliminare il fratello del collaboratore e con un ruolo determinante nella pianificazione dell’omicidio». E, inoltre, non avrebbe «partecipato alla fase esecutiva perché avrebbe esposto lui e la cosca essendo un soggetto noto.
Di qui la richiesta dell’ergastolo, senza attenuanti perché si è trattato di «un omicidio efferato che denota insensibilità nei confronti della vittima e da monito per evitare altre dissociazioni».

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