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Il Papa a Trieste: «L’indifferenza è un cancro della democrazia»

Il Pontefice conclude i lavori della 50ma edizione della Settimana sociale inaugurata dal presidente Mattarella il 3 luglio scorso

Pubblicato il: 07/07/2024 – 10:05
Il Papa a Trieste: «L’indifferenza è un cancro della democrazia»

TRIESTE Papa Francesco è arrivato alle 7,54 al Centro Congressi di Trieste, dove lo attendevano i circa 1.200 partecipanti della 50esima Settimana sociale dei cattolici in Italia per la conclusione dell’evento, dal titolo “Al cuore della democrazia. Partecipare tra storia e futuro”, che quest’anno ha visto anche la partecipazione del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Il Pontefice è stato accompagnato in sedia a rotelle fin dietro le quinte, poi si è alzato in piedi e, appoggiandosi a un bastone, ha raggiunto la postazione per gli interventi.

«La prima volta che ho sentito parlare di Trieste è stata da mio nonno che aveva fatto il ’14 sul Piave. E lui ci insegnava tante canzoni e una era su Trieste: ‘Il general Cadorna scrisse alla Regina: se vuol guardar Trieste la guardi in cartolina» ha esordito il Papa davanti ai congressisti. «In Italia è maturato l’ordinamento democratico dopo la seconda guerra mondiale, grazie anche al contributo determinante dei cattolici. – ha detto il Papa – Si può essere fieri di questa storia, sulla quale ha inciso pure l’esperienza delle Settimane Sociali e, senza mitizzare il passato, bisogna trarne insegnamento per assumere la responsabilità di costruire qualcosa di buono nel nostro tempo. La democrazia, diciamo la verità, non gode di buona salute. Questo ci interessa e ci preoccupa, perché è in gioco il bene dell’uomo, e niente di ciò che è umano può esserci estraneo».

«Tutti devono sentirsi parte di un progetto di comunità – ha aggiunto – nessuno deve sentirsi inutile. Certe forme di assistenzialismo che non riconoscono la dignità delle persone sono ipocrisia sociale. E cosa c’è dietro questo prendere le distanze dalla realtà sociale? C’è l’indifferenza e l’indifferenza è un cancro della democrazia. Un non partecipare. Non lasciamoci ingannare dalle soluzioni facili. Appassioniamoci invece al bene comune. Ci spetta il compito di non manipolare la parola democrazia né di deformarla con titoli vuoti di contenuto, capaci di giustificare qualsiasi azione. La democrazia non è una scatola vuota, ma è legata ai valori della persona, della fraternità e dell’ecologia integrale. Possiamo immaginare la crisi della democrazia come un cuore ferito. Ciò che limita la partecipazione è sotto i nostri occhi. Se la corruzione e l’illegalità mostrano un cuore ‘infartuato’, devono preoccupare anche le diverse forme di esclusione sociale. Ogni volta che qualcuno è emarginato, tutto il corpo sociale soffre. La cultura dello scarto disegna una città dove non c’è posto per i poveri, i nascituri, le persone fragili, i malati, i bambini, le donne, i giovani. Il potere diventa autoreferenziale, incapace di ascolto e di servizio alle persone». Infine il Papa ha ricordato a tutti di essere artigiani di pace, poi ha concluso: «Per favore vi chiedo di pregare per me, perché questo lavoro non è facile». Al termine della celebrazione Papa Francesco si sposterà verso il Molo IV dove, dopo il saluto delle autorità, risalirà sull’elicottero per tornare in Vaticano.

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