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inchiesta “carta canta”

A Rizziconi il centro di stoccaggio senza autorizzazioni: tra i rifiuti batterie al piombo e schede elettriche – FOTO

Non solo tonnellate di cartone e plastica gestiti senza le autorizzazioni necessarie. Scoperto un «articolato modus operandi criminoso»

Pubblicato il: 24/07/2024 – 17:08
di Mariateresa Ripolo
A Rizziconi il centro di stoccaggio senza autorizzazioni: tra i rifiuti batterie al piombo e schede elettriche – FOTO

REGGIO CALABRIA Un’enorme mole di rifiuti raccolti e trasportati per conto di diversi produttori. Tonnellate di carta, cartone e plastica gestiti senza le autorizzazioni necessarie e stipulando contratti con decine di imprese sparse sulla piana di Gioia Tauro. Ma tra i rifiuti fotografati ci sono anche batterie al piombo e schede elettriche illecitamente stoccate.
Un «articolato modus operandi criminoso» collaudato e cristallizzano nell’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Antonino Foti. Nell’inchiesta “Carta canta” della Dda di Reggio Calabria, svolta dal Nucleo Operativo Ecologico sono 15 gli indagati e sette le società sequestrate site nella provincia reggina e cosentina. Al vertice c’erano i fratelli Rosario e Salvatore Rotolo, rispettivamente titolare e co-gestore della RSR.

L’avvio dell’indagine

L’inchiesta prende il via da un controllo effettuato dai militari del Noe di Reggio Calabria il 27 gennaio 2017 presso la sede legale dell’impresa individuale RSR di Rosario Rotolo con sede nel comune di Rizziconi, in contrada Vennarella. Controllo finalizzato al contrasto dei reati ambientali e che viene esteso presso un immobile ubicato in contrada Gabellone che fungeva da magazzino aziendale nonché e, soprattutto, da sede operativa dell’impresa la cui attività avrebbe dovuto essere solo quella relativa alle pulizie, lavaggio, disinfestazione e manutenzione delle aree private e pubbliche (strade, giardini, piazze, spiagge). Ma qui i militari del Noe scoprono un’altra realtà.
«Attraverso una rapida acquisizione documentale viene infatti riscontrato che dai registri di carico/scarico relativi all’anno 2014 emergevano delle incongruenze sulla notevole quantità di rifiuti gestiti e movimentati, certo non riconducibile alla sostanziale attività di pulizie svolta formalmente dai fratelli Rotolo, bensì ad una vera e propria gestione di rifiuti in conto terzi, per la quale l’impresa non possedeva alcuna autorizzazione». Una gestione illecita di rifiuti andata avanti per anni, dal 2013 al 2018.

Il modus operandi

«L’impresa, difatti, – si legge nell’ordinanza – svolgeva l’attività di raccolta, trasporto e gestione rifiuti, pur non essendo in possesso né dell’iscrizione all’Albo Nazionale Gestori Ambientali per la categoria 4 (“c.d. trasporto rifiuti conto terzi”) né delle autorizzazioni ambientali per lo stoccaggio ed il trattamento dei rifiuti operato presso il magazzino di Contrada Gabellane di Rizziconi, così come certificato dall’amministrazione Provinciale di Reggio Calabria interrogata sul punto».
Nel momento dei controlli ai militari era stata mostrata solo l’iscrizione all’Albo per il trasporto dei rifiuti in conto proprio, relativa a 3 autocarri di piccole dimensioni utilizzati dall’impresa che consentiva sostanzialmente solo il trasporto dei rifiuti prodotti dalla propria attività. Non di certo conforme per l‘enorme mole di rifiuti raccolti, trasportati e gestititi per conto di diversi produttori. «Le operazioni – viene rilevato – venivano annotate su registri di carico scarico rifiuti d alle imprese “clienti” veniva rilasciata oltre alla copia del formulario rifiuti (F.I.R.) al momento del ritiro dei rifiuti persino l’ulteriore copia attestante il regolare conferimento presso un Centro autorizzato».
Rosario Rotolo, gestore dell’attività, secondo l’accusa «gestiva e firmava i contratti di trasporto rifiuti con le imprese clienti-produttori dei rifiuti, ometteva la compilazione del formulario obbligatorio relativo al trattamento di rifiuti (FIR), ovvero ne falsificava il contenuto, ometteva o falsificava i registri di carico/scarico rifiuti».

Nel centro di stoccaggio anche rifiuti pericolosi

Volantini provenienti dai supermercati, sacchi e sacchi di plastica, alcuni sembrano addirittura componenti di autoveicoli. Rifiuti da apparecchiature elettriche illecitamente stoccati sul suolo, scatole con manichini in plastica sicuramente ritirati illecitamente presso un grande magazzino di abbigliamento. Schede RAEE (contenenti sostanze pericolose) illecitamente stoccate nell’area esterna del magazzino. E ancora, batterie al piombo esauste costituenti rifiuto speciale pericoloso illecitamente stoccate tra i rifiuti. C’è davvero di tutto tra i reperti fotografati dai militari nel centro di stoccaggio abusivo a Rizziconi.

Un vero e proprio Centro di raccolta, stoccaggio e trattamento rifiuti, cui seguiva anche un’attività di intermediazione illecita di rifiuti; «tutte azioni – si legge nell’ordinanza – finalizzate ad acquisire una posizione rilevante sul mercato di riferimento e così poter trattare direttamente con le piattaforme di raccolta rifiuti più importanti, arrivando a proporre il servizio di raccolta e invio dei rifiuti per il successivo recupero/smaltimento, con un notevole potere di contrattazione, derivante anche e soprattutto dai risparmi degli ingenti costi del servizio regolare di gestione rifiuti». (m.ripolo@corrierecal.it)

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