CROTONE Nove consiglieri comunali di Crotone hanno richiesto la convocazione di una seduta del Consiglio comunale aperto per discutere del “Piano regionale dei rifiuti e questione ambientale”. L’iniziativa è stata presa dal consigliere comunale Igino Pingitore (maggioranza), capogruppo di Stanchi dei soliti, ed è stato firmato dai consiglieri Enrico Pedace, Giuseppe Fiorino, Andrea Devona, Salvatore Riga, Andrea Tesoriere, Cristian Prisma, Chiara Capparelli e Anna Maria Cantafora. Sono in tutto tre i rappresentanti della maggioranza, che sostengono l’amministrazione comunale guidata dal sindaco Vincenzo Voce, ad avere sottoscritto la richiesta di convocazione del consiglio comunale aperto. Si tratta di tre componenti del gruppo Stanchi dei soliti. Evidentemente altri rappresentanti della maggioranza non hanno inteso firmare. Questo atteggiamento fa pensare che il sindaco Voce potrebbe avere espresso un niet secco. Secondo quanto è stato possibile apprendere l’idea di Pingitore è quella di celebrare una seduta di consiglio comunale aperto, con la presenza dei sindaci del territorio, dei parlamentari regionali e nazionali, degli ordini professionali e dei cittadini che sono interessati a dare una svolta alla vicenda della bonifica dell’area industriale di Crotone. Fare approvare, quindi, un documento che tuteli il territorio dai mercanti di monnezza interessati a realizzare discariche in ogni angolo del territorio e costringa l’Eni a trasportare fuori dal territorio calabrese quel milione di tonnellate di veleni attualmente custoditi nella discarica a mare, di lato alle ex fabbriche dismesse negli anni 90. L’assenza quasi totale della maggioranza fa, però, pensare ad una posizione contraria del sindaco Voce. Una posizione francamente incomprensibile se si pensa che Voce ha costruito la sua battaglia elettorale sulle vicende ambientali e in particolare sulla questione della bonifica. In verità il sindaco, dopo una prima fase possibilista, si è detto contrario allo smaltimento a Crotone dei rifiuti. Non si comprende, però, come mai predilige l’attività individuale a quella partecipata. Probabilmente ha riveduto anche l’idea iniziale del coinvolgimento di tutti sulle decisioni da assumere. Prima di diventare sindaco, infatti, proclamava che «il comune con lui sarebbe diventato un palazzo con i muri di vetro per consentire a tutti i cittadini di vedere quello che si faceva all’interno». Sulla bonifica diceva che «nessuna decisione sarebbe stata presa senza il coinvolgimento di tutti». Ha cambiato idea? A valutare il suo comportamento sembrerebbe di sì.
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