REGGIO CALABRIA «Le scrivo per esprimere la mia preoccupazione riguardo ai gravi sviluppi emersi dall’inchiesta della Procura di Reggio Calabria sui brogli elettorali». Così il consigliere comunale di Reggio Calabria Antonino Minicuci, già candidato a sindaco di Reggio Calabria in quota Lega, in una lettera aperta inviata alla segretaria del Pd Elly Schlein. «Qualche anno fa, – prosegue Minicuci – precisamente il 5 maggio 2021, avevo inviato una lettera al suo predecessore Enrico Letta in merito ai brogli elettorali registratisi alle elezioni comunali di Reggio Calabria del 2020. Allora evidenziavo che la Procura della Repubblica reggina aveva riscontrato dei brogli elettorali per i quali erano state indagate oltre trenta persone (tra le quali l’allora capogruppo del PD Antonino Castorina) con sette arresti. Il Giudice per le Indagini Preliminari aveva parlato di “elementi Inquietanti” ed il Tribunale del Riesame ha parlato di “evidente alterazione del regolare esercizio del voto di soggetti anziani e di assoluta spregiudicatezza e totale indifferenza per I procedimenti democratici di formazione della volontà popolare“. Le ricordiamo che nelle elezioni di cui parliamo hanno “votato” anche delle persone defunte e centinaia di persone, anche allettate, che da decenni non si recavano alle urne. Il presidente di una sezione elettorale ha già confessato di aver inserito nell’urna elettorale cinquanta schede non votate con il voto per Giuseppe Falcomatà. Allora, avevo sottolineato la gravità della situazione e la necessità di una risposta forte da parte del PD. Ma la risposta non c’è stata. Oggi, con dispiacere, devo segnalare che la situazione è ulteriormente peggiorata».
«Una nuova inchiesta dei magistrati della Procura della Repubblica reggina, denominata “Ducale”, – scrive ancora il consigliere comunale di opposizione – ha rivelato dettagli allarmanti su un presunto accordo tra l’associazione mafiosa ‘Ndrangheta ed alcuni esponenti politici locali del Pd, tra cui il capogruppo Giuseppe Sera (oggi solo consigliere comunale e presidente della commissione lavori pubblici), il Sindaco Falcomatà e l’assessore Domenico Battaglia. Le ipotesi di accuse di collusione e corruzione sono molto gravi, e le registrazioni audio dei Carabinieri dei Ros evidenzierebbero addirittura che il presidente Sera, esponente Pd, si sarebbe recato a casa del boss per ringraziarlo dei voti ricevuti. A più riprese, abbiamo chiesto al Sindaco Falcomatà, al Pd locale e regionale di chiedere al consigliere Sera di smentire tale circostanza ma ciò non è avvenuto. Le chiediamo cortesemente, on.le Schlein, di chiederlo Lei al consigliere del suo partito, capogruppo dem sino a quando non è emersa questa vicenda nelle scorse settimane. Risulta poi dalle intercettazioni che alcune scrutatrici avrebbero inserito nell’urna elettorale delle schede votate all’esterno del seggio da mafiosi che fornivano anche i nominativi di persone che non sarebbero andate alle urne, voti chiaramente a favore del candidato sindaco del Pd. Il sindaco Falcomatà, inoltre, è indagato a piede libero con accuse gravissime, “scambio elettorale politico-mafioso”, nell’ambito della suddetta inchiesta per aver chiesto ed ottenuto nel turno di ballottaggio “una mano molto grande ” da “Danielino” Barillà, genero del boss di Sambatello (per gli inquirenti ed i carabinieri del Ros referente politico della cosca). Per notizia, dopo le elezioni “Danielino” ha ottenuto sia in Comune che in Città Metropolitana, una nomina da parte del Sindaco».
«È fondamentale – prosegue Minicuci – notare che questi brogli non sono solo un problema giudiziario, ma rappresentano un furto alla democrazia. Ogni voto non conteggiato correttamente allontana sempre di più i cittadini dalla partecipazione al voto. Invero, se un elettore sa che il suo voto non sarà conteggiato in modo corretto, è probabile che perda fiducia nel sistema democratico e decida di non andare più a votare. Ora voglio appellarmi a Lei, segretario nazionale del Pd, e chiederLe come mai un partito sempre pronto a mettere alla gogna gli avversari politici eventualmente capitati nei rigori della legge, oggi tace per il sindaco Pd di Reggio Calabria e gli altri esponenti coinvolti. C’era una volta un codice etico all’interno del Pd, ma della sua esistenza sembra si siano perse, da tempo, le tracce. Chiedo a Lei, On.le Schlein, di ricordarci se esiste ancora, e per quale ragione non va applicato all’interno della maggioranza a trazione Pd del sindaco Falcomatà. La questione – conclude Minicuci – è morale e politica, quindi democratica. Questi elementi sono inquietanti e minacciano la nostra democrazia».
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