La speranza che possa progredire è riposta anche nel superare taluni condizionamenti che continuano a prevalere sulle scelte e le intese che incidono sulla gestione dei territori. Il futuro, infatti, guarda verso la collaborazione tra di loro. Non a caso la valorizzazione di una regione emerge grazie alla sua comunità, alla sua cultura, alle sue tradizioni; ma anche agli usi e ai costumi.
Il territorio, secondo gli studiosi, è un processo sinergico che richiede un piano d’azione che deve tenere conto dei bisogni e delle aspettative dei suoi abitanti. Tutto ciò deve far parte degli interessi perseguibili dal Governo e dalle Regioni che hanno doveri precipuo verso di essa e verso i cittadini.
Bisogna ammettere che la Calabria spesso colleziona silenzi, (quando non sono critiche). Ciò che rattrista è che, in questo estremo lembo di “stivale”, viene meno la solidarietà tanto che città e cittadini spesso rischiano di essere lasciati al loro destino.
Quanto guadagnerebbero il Paese e il suolo calabrese se ai “conflitti” ideologici si sostituisce la solidarietà? Ma finché ciò non accadrà, saremo costretti alla “solitudine” che è la soluzione peggiore per sperare in un riscatto del territorio, per “tamponare” le maldicenze e le dicerie che puntualmente si abbattono su di essa.
Forse è il caso di dare un segnale forte per ribadire le capacità che sono riconosciute al territorio e che fanno parte della società come importante mezzo per progredire. Le capacità mentali e fattuale della popolazione calabrese sono note anche a coloro che fingono di non sapere. Quel che manca è la messa in atto in modo che il Paese sappia che al Sud non si chiacchiera; al Sud si lavora per progredire!
Chiuso anche l’inizio tra il presidente della Regione, Occhiuto e il Ministro leghista per gli affari regionali, Calderoli. C’è diffidenza reciproca. Uno scontro non previsto che ha portato Occhiuto a rivedere la sua accondiscendente sulla riforma voluta da Calderoli. L’autonomia differenziata, tanta voluta dal Ministro, è divenuta motivo di attrito tra i due. Può sembrare una presunzione, ma non è da sottovalutare il carattere del calabrese: saldo nelle sue convinzioni, senza lasciarsi “imbonire” dalla politica o dal malaffare.
De Amicis ebbe a scrivere di questa popolazione, ma non è da sottovalutare il carattere del calabrese: saldo nelle sue convinzioni, senza lasciarsi “imbonire” dalla politica o dal malaffare.
De Amicis ebbe a scrivere di questa popolazione parole sublimi, paragonandola a persone integerrimo e non manipolabili; salde nelle proprie convinzioni, scettica di fronte alle promesse degli imbonitori politici. Un popolo libero e dalla schiena dritta.
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