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«No alla propaganda gender nelle scuole»

Sasso (Lega): «Pd e M5S se la facciano nelle proprie sedi di partito e nei centri sociali»

Pubblicato il: 09/09/2024 – 15:54
«No alla propaganda gender nelle scuole»

«Con l’inizio delle lezioni e con il Governo impegnato a garantire a studenti e professori un sereno anno scolastico, la sinistra non trova di meglio che provare a riportare la propaganda gender a scuola fin dalla prima elementare. Come se non bastasse quanto voluto dalle sinistre europee a Bruxelles, con il progetto ‘Dragtivism Erasmus+’ con cui si stanziano milioni di euro per progetti di scambio culturale per adolescenti, ma a condizione che abbraccino l’ideologia LGBT e si avvicinino alla realtà delle drag queen, PD e M5S hanno presentato due risoluzioni in Commissione Cultura con cui vorrebbero propalare l’ideologia gender a scuola fin dalla prima elementare». Così il deputato della Lega Rossano Sasso, capogruppo in commissione Scienza, Cultura e Istruzione.  
«Naturalmente la Lega si opporrà a questa deriva – dice ancora Sasso – con una propria risoluzione a mia prima firma che, una volta approvata, impegnerà il Governo a legiferare in maniera chiara ed inequivocabile, ribadendo il no a ogni forma di indottrinamento a scuola. Il voto finale delle risoluzioni è previsto per questa settimana. Se la Schlein e Conte ci tengono tanto alla propaganda gender, se la facciano nelle proprie sedi di partito e nei centri sociali – conclude – ma non nelle nostre scuole e all’insaputa delle famiglie. Vediamo quanti genitori sono disposti a seguire la loro deriva».

La risoluzione Sasso 

Nella risoluzione, Sasso scrive: «Preoccupa che in alcune istituzioni scolastiche si usi la battaglia contro le discriminazioni e l’intolleranza sessuale per sollecitare gli adolescenti a dare per acquisito il superamento del concetto di “binarismo sessuale” per accogliere quello di “spettro di genere”, senza che sul tema ci sia stata una discussione aperta e condivisa con la pluralità delle associazioni dei genitori che devono essere sempre coinvolte al fine di garantire la libertà educativa dei genitori stessi e il pluralismo della scuola, la quale dovrebbe operare solo per rafforzare l’autostima degli studenti e il rispetto di sé e dell’altro evitando di mettere a repentaglio una crescita libera e consapevole degli adolescenti, poiché qualsiasi decisione in questo ambito attiene alla sfera delle relazioni sociali e dunque chiama in causa la libertà e pertanto anche la responsabilità di tutti coloro che entrano in rapporto con gli interessati», impegnando il governo a «promuovere un adeguato confronto con tutti i soggetti interessati sulle tematiche dell’educazione affettiva e sessuale, anche al fine di adottare linee guida valevoli per tutto il sistema nazionale d’istruzione che ribadiscano la necessità che lo spazio scolastico sia caratterizzato da un’adeguata neutralità, in qualsiasi forma di insegnamento scolastico e quindi assicurino che tutte le attività proposte nelle scuole del Paese rispondano a criteri di rispetto e di libertà che favoriscano la costruzione di un sapere critico per gli studenti, escludendo che l’insegnamento scolastico venga utilizzato per propagandare tra i giovani, in modo unilaterale e acritico, modelli comportamentali ispirati alla cosiddetta “ideologia gender”».  

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