«Molti le chiamano case di comunità, io apprezzo invece molto la definizione case della comunità perché si tratta di luoghi e strutture che appartengono alla comunità e possono fare in modo di superare la frammentazione dei servizi territoriali». Lo ha detto al Corriere della Calabria Rubens Curia, portavoce regionale della Comunità Competente.
«Sono molto importanti – sottolinea Curia – e il Pnrr, per quanto riguarda la Calabria, finanzia 61 case della Comunità, le altre 6, per cui arriviamo a 67, sono invece le ex case della Salute, ancora in itinere, che furono appunto finanziate con i fondi POR, Calabria FSR/FSE, tipo Siderno o Scilla, tanto per fare un esempio. Di queste 61 case della Comunità al 15 luglio, l’ultimo report del Ministero è appunto del 15 luglio, indica 38 contratti stipulati su 61, mentre per quanto riguarda gli ospedali di comunità su 20 previsti sono stati stipulati 10 contratti». «Ma il Pnrr non finisce qui perché abbiamo i finanziamenti dell’assistenza domiciliare, dell’Adi, che sono circa 25 milioni di euro e in questo caso bisogna dire che nell’ultimo report del Ministero che riguarda l’aprile 2024 alla Calabria vengono tirate le orecchie, perché i finanziamenti disponibili, in special modo i Lea e l’Edilizia Sanitaria, non sono stati ancora spesi».
È importante che queste case della Comunità «le si riempia con dei contenuti – ha sottolineato ancora Rubens Curia – perché sono il luogo dell’integrazione tra il sanitario e il sociale con l’ente locale, sono luogo della specialistica ambulatoriale, dove possono esserci i consultori familiari, dove può esserci la riabilitazione».
«Dove mettendo la continuità assistenziale avremmo un h24 come assistenza, ci giochiamo molto sulle case della comunità. È quello che il Pnrr chiama la prima cura praticamente quella a domicilio e poi nel territorio e poi sullo sfondo abbiamo l’ospedale». La Calabria, dunque, deve fare in modo che «non si verifichi la medesima situazione delle case della salute, dove a distanza di oltre 12 anni ancora noi siamo lì. Quindi è fondamentale sollecitare e concludere questi benedetti servizi, che sono attesi da molti anni», ha concluso Rubens Curia.
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