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Chirurgo plastico e imprenditrice di successo, chi è l’ex moglie di Amedeo Matacena

Maria Pia Tropepi è iscritta nel registro degli indagati con l’ipotesi di duplice omicidio. Nel 2022 inviò una lettera al Corriere della Calabria

Pubblicato il: 17/09/2024 – 19:12
Chirurgo plastico e imprenditrice di successo, chi è l’ex moglie di Amedeo Matacena

È stata iscritta nel registro degli indagati con l’ipotesi di duplice omicidio per la morte di Amedeo Matacena e della madre, Raffaella De Carolis, entrambe avvenute a Dubai, il 16 settembre e il 18 giugno 2022. Maria Pia Tropepi, dovrà rispondere di questa pesante accusa nell’inchiesta della Procura di Reggio Calabria che ha disposto la riesumazione e l’autopsia delle salme. 43 anni, la vedova dell’ex deputato di Forza Italia, come evidenziato nella sua biografia, è laureata in chirurgia all’Università Federico II di Napoli con specializzazione in chirurgia plastica a Barcellona. Non è tutto, è una contessa francese, titolo, come emerso sempre dalla sua biografia, ereditato dal padre. In passato ha fatto la modella, ma è soprattutto un’imprenditrice di grande successo nell’ambito della chirurgia estetica e del benessere, titolare delle catene Centermed Italia e di Centermed Clinic Dubai e di centri luxury Wellness e Spa, ribattezzati Gada Spa.

La lettera di Maria Pia Tropepi del 2022: «La salma di mio marito a Dubai per sua volontà»

Il 21 settembre del 2022, quindi pochi giorni dopo la morte del marito, la donna aveva scritto al Corriere della Calabria per fare chiarezza su quella che definiva una «manifesta illogicità delle richieste avanzate dal legale di Athos Matacena», figlio dell’ex deputato, il quale chiedeva il rientro in patria delle due salme per poter «celebrare le esequie e dargli degna e definitiva sepoltura».
«Non esiste alcuna valida ragione – aveva evidenziato in quella circostanza Maria Pia Tropepi – per la quali il signor Athos Matacena – il quale peraltro da anni ed anni non intratteneva alcun rapporto con Amedeo – dovrebbe vantare un diritto di replica in ordine a una specifica e incondizionabile scelta del defunto, del quale rammento non solo di essere la moglie (con matrimonio celebrato con rito musulmano) ma porto addirittura in grembo due figli». «Mi inquieta il dovermi esprimere con tali parole – aveva proseguito la donna – in un momento che per tutti dovrebbe essere di dolore estremo, dopo aver riscontrato che i legali di “tutti” tranne quello di mio marito (ovvero l’avvocato Renato Vigna che oggi è ovviamente divenuto il mio legale) stanno rilasciando depistanti interviste girando alla stampa comunicazioni rese da taluni loro assistiti i quali farebbero bene a non straparlare di cose che non conoscono. Infatti dopo averlo appreso direttamente dagli organi competenti nel territorio di Dubai, i quali contrariamente a quanto si legge su qualche articolo incautamente pubblicato dalla stampa italiana, non hanno mai parlato di morte sospetta, né hanno mai introdotto il tema della necessità di sottoporre a congelamento per sequestro la salma. Essi, al contrario,  hanno già certificato la morte per infarto avvenuta in Ospedale hanno escluso la necessità di procedere a esame autoptico e dunque stanno completando le formalità burocratiche per dare esecuzione alle espresse volontà del defunto Amedeo Matacena che notoriamente esattamente come aveva fatto suo padre Amedeo Matacena Senior ha sempre lasciato intendere che in caso di sua morte (sia in Italia che all’estero) avrebbe voluto essere cremato. A ciò si aggiunga che lo stesso pur amando a dismisura la sua Reggio Calabria giammai avrebbe voluto far rientro in una Italia che da vivo lo aveva respinto considerandolo e dichiarandolo quel reietto criminale che lui ben sapeva di non essere.   Sia il signor Athos che la di lui madre peraltro per quanto me ne consta, non dovrebbero ne potrebbero accampare diritti di alcun genere sulla salma di Amedeo Matacena non solo perché nel caso di specie si applicano le norme di diritto arabo, ma soprattutto in quanto versano entrambi in insanabile conflitto di interessi rispetto al defunto». (f.v.)

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