LAMEZIA TERME Un grande impianto eolico offshore da Punta Stilo alla provincia catanzarese, per un totale di 37 turbine alte oltre 300 metri: è quanto prevede il progetto Enotria, il parco eolico della Acciona Energia Global Italia S.r.l, che ha scatenato polemiche e dibattiti tra chi lo considera un’opportunità e chi, come sindaci e cittadini, si oppone con convinzione. È questo il tema al centro della prima puntata di “Supplemento d’indagine”, la nuova rubrica d’approfondimento in onda su L’altro Corriere TV il mercoledì alle 20:40.
Ospiti di Danilo Monteleone il sindaco di Botricello Simone Puccio, che ha espresso con forza la sua contrarietà al progetto, e il docente Unical, oltre che ex sindaco di Falerna, Daniele Menniti, da sempre esposto sul tema delle energie alternative e delle fonti rinnovabili.
«Noi non siamo assolutamente contrari alle fonti di energia alternativa» ha precisato in partenza il sindaco di Botricello Simone Puccio, che insieme a 20 sindaci ha messo per iscritto il proprio no al progetto. «Ma qui parliamo non di uno, ma di 6 progetti di parchi offshore nel solo Golfo di Squillace. Si sta invadendo l’intera costa». La Calabria, sottolinea Puccio, «produce tre volte l’energia di cui ha bisogno», mentre occorre per il sindaco di Botricello «fare un piano per la distribuzione sul territorio che venga gestito bene». Favorevole, invece, al progetto Daniele Menniti, già sindaco di Falerna. «Il problema è che dobbiamo cercare di ridurre la produzione che abbiamo. Io ero favorevole anche alla discussa centrale a gas di Simeri Crichi, ma nel 1996. Oggi sono passati 30 anni, dovremmo già aver chiuso quel ciclo a favore delle energie alternative». Per quanto riguarda il piano di distribuzione proposto da Puccio, Menniti risponde: «Le fonti rinnovabili sono per loro natura distribuite, non potete pensare di concentrarle in un punto perché richiedono aree vaste».
A preoccupare è l’impatto ambientale e lo smaltimento futuro di queste pale eoliche. «Parliamo di una tecnologia che fra vent’anni sarà superata» dice Puccio, che lamenta anche il paradosso di costruire un impianto di questa portata in «una zona protetta dove neanche il Comune può pensare di sfiorarla, mentre il colosso che viene da fuori può farlo». Ma la questione, per Menniti, è secondaria e per la causa ambientale sono necessarie le energie rinnovabili: «Abbiamo una centrale a gas a Simeri Crichi, una centrale a Strongoli dove bruciano biomassa. L’alternativa alle pale eoliche è il rigassificatore a due passi. Saremo dipendenti dal gas. Già adesso la situazione è drammatica, meglio un parco eolico a 20-30 chilometri dalla costa che una metaniera a gas vicina, pericolosa come una bomba atomica se esplodesse».
Il primo cittadino di Botricello critica duramente la gestione del progetto, come un’imposizione dall’alto senza passare dal dialogo con il territorio. «Parliamo di società fantasma, perché queste sono. Io non ho mai potuto interloquire con nessuno di loro. Evidentemente hanno paura di metterci la faccia, altrimenti non capisco come mai i grandi colossi prima si prendono le concessioni poi costituiscono Srl». Per Puccio la programmazione dello sviluppo del territorio spetta, soprattutto, ai Comuni, che devono valutare l’impatto sul paesaggio e sul contesto: «Prendo l’esempio lampante di Cropani, dove verrà vincolata un’area di 10 mila metri quadrati circa per il cavidotto. Nel Psc già approvato era un’area con destinazione turistica». Un aspetto su cui Menniti si dice d’accordo, ma «a maggior ragione dobbiamo smetterla di inseguire e cominciare a programmare. Io feci una battaglia per mettere un consorzio legato alle due università calabresi nella gestione delle pale eoliche. Invece, altri sindaci hanno deciso di affidarsi alle società private. Oggi raccogliamo le briciole».
Deve esserci «una programmazione a monte», aggiunge Puccio, che permetta anche ai rappresentanti del territorio a partecipare alla creazione di questi tipi di progetti, dove «ci sono 256 allegati e noi come Comune abbiamo un solo tecnico che dovrebbe studiare tutto». «Bisogna creare una sintesi tra i bisogni esterni e quelli del territorio» concorda Menniti. Da qui la proposta “congiunta” di un soggetto mediatore promotore di questa sintesi, come ad esempio un coordinatore degli enti. «Per questo – continua Menniti – avevamo creato anni fa il consorzio con le università, è gratuito e si potrebbe sfruttare quello come mediatore». Anche per risolvere problemi come l’impatto visivo, come sottolineato da Puccio, e sulla pericolosità di terremoti e le quattro falde presenti nel golfo: «Non ho trovato un rigo nel progetto sui terremoti marini o sull’impatto visivo. Noi da Botricello non abbiamo problemi visivi, mente a Punto Stilo sì, ma mal digeriamo l’atterraggio dei cavi e i vincoli che ne derivano». “Bisogni” territoriali su cui si incontrano entrambe le posizioni: «Noi come già detto – conclude Puccio – non siamo contro le energie rinnovabili, ma servono programmazione e mediazione con territori e cittadini interessati».
Un investimento che, al netto dei problemi della programmazione, per Menniti è indispensabile. «Da un punto di vista energetico siamo messi molto male» sostiene il docente Unical. «Se noi osserviamo con un drone tutte le case lungo la costa notiamo che poche hanno impianti fotovoltaici. Certo, bisogna fare sforzi per rendere conveniente l’installazione a un privato cittadino». Per Menniti la Calabria ha tante potenzialità per quanto riguarda l’energia pulita: «Noi potremmo essere una centrale a cielo aperto, ma è necessario che il cittadino calabrese ne diventi consapevole». (redazione@corrierecal.it)
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