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Ponte sullo Stretto, Ciucci «Capisco la posizione di chi è contrario ma il progetto è ripartito con una forte volontà politica»

Così l’Ad dello Stretto di Messina Spa a “Supplemento d’indagine” alle 20.40 su L’altro Corriere TV insieme a Rocco La Valle e Pietro Idone

Pubblicato il: 23/10/2024 – 17:10
Ponte sullo Stretto, Ciucci «Capisco la posizione di chi è contrario ma il progetto è ripartito con una forte volontà politica»

LAMEZIA TERME «Ho visto le immagini di quanto avvenuto in Calabria come in altre regioni, non c’è dubbio che esista un problema di dissesto idrogeologico e cambiamenti climatici aggravati da una scarsa manutenzione del territorio già nei decenni passati». A dirlo è l’Ad dello Stretto di Messina Spa, Pietro Ciucci, che avverte: « È necessario investire anche in manutenzione ma non penso che la costruzione del Ponte possa essere messa in alternativa a questo tipo di attenzione e interventi di gestione del territorio: anzi, per la sua straordinaria importanza e impatto può essere attrattore di investimenti in un territorio e delle sue esigenze, è un processo che già prima del cantiere ha prodotto i primi segni di attrattività nella progettazione, come più volte ripetuto dal governatore Occhiuto».
A “Supplemento d’Indagine”, in onda questa sera dalle 20.40 su L’altro Corriere Tv (canale 75) ospiti anche Rocco La Valle, già sindaco di Villa San Giovanni oltre che membro del Comitato dell’Autorità Portuale, e Piero Idone, rappresentante del WWF e componente storico del comitato che si oppone alla realizzazione del Ponte.
C’è chi parla di «una storia che va avanti ormai da 50 anni» e di «un’opera che al momento riteniamo sia campata in aria per tutta una serie di problematiche» e chi, invece, crede nel lavoro delle associazioni ambientaliste, auspicando però che «collaborino, anche portando soluzioni e indicazioni per la realizzazione del Ponte sullo Stretto».
Sui soldi finanziati dall’Europa, spiega Idone, che «questi sono indirizzati alla ricerca, non alla realizzazione. Servono sostanzialmente a capire se riusciranno a far passare la ferrovia sul Ponte, perché non sono sicuri neanche di quello». Lo sviluppo, per La Valle, passa soprattutto dalla costruzione del Ponte che gioverebbe in primis al Porto di Gioia Tauro. «Oggi le navi che escono dal Canale di Suez non si fermano a Gioia Tauro perché manca un collegamento ferroviario di alta velocità e la capacità di raggiungere l’Europa in 24-36 ore».

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