ROMA Dopo lo shock della pandemia, che aveva ridotto al minimo l’attività ospedaliera, tornano a salire i ricoveri in Italia. Nel 2023 sono stati quasi 8 milioni, ovvero 312mila in più rispetto al 2022, tornando in linea con i valori del pre Covid. Dal punto di vista delle prestazioni, nella maggior parte degli ospedali «convivono aree di qualità alta o molto alta con aree di qualità bassa». Ancora per gli interventi oncologici resta una frammentazione in strutture con volumi di attività troppo bassi per garantire le migliori esperienze e tecnologie, in particolare per il tumore del pancreas. E lo stesso vale per l’area materno infantile, con un punto nascita su tre che non supera la soglia di 500 parti l’anno, considerato lo standard minimo di sicurezza. Questa la fotografia scattata dal Programma nazionale esiti, presentato oggi dall’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas). Il report ha valutato le performance di 1.363 ospedali pubblici e privati, in base a 205 indicatori.
«Il sistema sanitario si è lasciato alle spalle gli effetti della pandemia», diminuisce il divario tra Nord e Sud, mentre Calabria e Sicilia, per anni maglia nera «fanno un balzo in avanti» dal punto di vista del miglioramento dell’assistenza ai pazienti. Lo ha detto Domenico Mantoan, direttore generale dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas), commentando, a margine della presentazione in corso alla sede del Cnel, i risultati del Programma nazionale esiti. I dati mostrano che il livello di attività ospedaliera «sta tornando all’epoca pre Covid e finalmente il sistema è riuscito a ripartire, lasciandosi alle spalle il triennio 2020-2022. Abbiamo eccellenze al Nord e iniziano a esserci eccellenze anche al Sud. Ci sono ospedali che non funzionano al Nord e altri che non funzionano al Sud. Quindi sta diminuendo il divario», ha detto Mantoan. «La grande sorpresa – ha precisato – è la Calabria che è stata per anni maglia nera nel garantire i Livelli essenziali di assistenza e non lo è più: ha fatto notevoli balzi in avanti e addirittura ci sono ospedali con reparti di buona sanità. Questo credo sia anche merito del commissario Occhiuto e della sua squadra». In particolare, miglioramenti rispetto al 2022 si sono registrati all’ospedale di Paola (10° nella top ten delle strutture ad alto volume che nel triennio precedente non avevano raggiunto la soglia del 60% e invece nel 2023 hanno raggiunto o superato il 75%) mentre l’Azienda ospedaliera universitaria Dulbecco di Catanzaro si segnala tra i trentacinque ospedali ad alto volume che hanno raggiunto valori uguali o superiori al 60% nel 2023 e nei 3 anni precedenti: l’Aou catanzarese è inoltre settima nel 2023 tra le 18 strutture (rispetto alle 11 del 2022) in cui è aumentato il numero di ricoveri per bypass aorto-coronarico isolato (non associato ad altri interventi cardiochirurgici) mentre si è ulteriormente ridotto il divario rispetto agli interventi effettuati prima della pandemia (750 in meno): la tendenza analizzata è l’aumento dei centri di cardiochirurgia con volumi uguali o superiore alla soglia indicata dal DM 70 (200 interventi l’anno).
«Un’altra regione che ha fatto un buon balzo in avanti – ha aggiunto Mantoan – è la Sicilia: si vede che l’impegno profuso sta dando i suoi risultati”. L’altro dato che emerge dai risultati del Programma Nazionale esiti, ha concluso il direttore di Agenas, è che “l’autonomia regionale non è sinonimo di efficienza».
Paradigmatico è il caso delle fratture del femore operate entro le 48 ore, cosa che permette al paziente di recuperare l’autonomia, riducendo il rischio di complicanze, allettamento e infezioni. I pazienti operati per frattura del femore nel 2023 sono stati 95.808 (1.200 in più rispetto al 2022) e quelli operati tempestivamente passano dal 53% al 59%. Quasi tutti gli ospedali però sono sotto la soglia del 60%, in particolare in Calabria, Liguria, Basilicata, Umbria. Molise e Sardegna. Ma nel Centro-Sud si trovano anche 4 tra le 5 delle strutture migliori: l’Ospedale Umberto I a Siracusa, il Monopoli (Ba), il Pertini di Roma e il San Giovanni di Dio di Agrigento, che si aggiungono all’Humanitas Gavazzeni di Bergamo. Uno degli interventi più frequenti è quello per colecistectomia in laparoscopia: nel 2023 sono stati 101.700 (9mila in più del 2022) e aumentano i pazienti che dopo l’operazione restano ricoverati per meno di tre giorni, dall’86% nel 2022 all’88% del 2023. Mentre si riduce la variabilità di performance tra le strutture, «segno di un miglioramento diffuso della sicurezza».
Nel 2023 ci sono stati in Italia 381.766 parti, ovvero 11.700 meno del 2022, un numero che diminuire nel post-pandemia, seppur in misura minore rispetto al trend pre Covid. Aumentano le strutture che effettuano meno di 500 parti l’anno, considerate meno sicure dagli standard internazionali, che salgono a quasi un terzo. Mentre cala lentamente, attestandosi al 22,7%, il ricorso al cesareo, sebbene nelle regioni del Sud si registrano percentuali che arrivano al 40%. Migliorano invece i livelli di assistenza per i pazienti operati per infarto. Emerge dai dati del Programma nazionale esiti, presentato oggi a Roma dall’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas). Rispetto agli anni precedenti c’è una progressiva riduzione del numero di strutture che hanno raggiunto la soglia dei 1.000 parti l’anno: sono state 136 nel 2023 dove ci sono state il 62% delle nascite. Mentre aumentano i punti nascita al di sotto dei 500 parti l’anno, ovvero 137 nel 2023, in cui c’è stato l’8% del totale dei parti. I parti con cesareo sono pari al 22,7%, in lieve calo dopo la battuta d’arresto nel trend di decrescita osservata nel 2022 (23,1%). Si conferma un minore ricorso al cesareo nelle strutture pubbliche e «persiste una marcata diversità tra regioni: gran parte delle regioni del Sud ha fatto registrare nel 2023 valori di cesarei superiori al dato nazionale». Resta una forte variabilità all’interno della stessa regione, con strutture che superano il 40% in Campania, Sicilia, Puglia, Lazio e Lombardia. Il ricorso all’episiotomia, infine, è diminuito dal 24% nel 2015 all’11% nel 2023 ma “con valori più elevati nell’Italia meridionale”. Uno dei parametri per valutare la qualità di assistenza nell’area cardiovascolare è la tempestività di accesso (entro 90 minuti) all’angioplastica coronarica nei pazienti con infarto, e questa è aumentata dal 57% nel 2022 al 63% nel 2023. Per il bypass aorto-coronarico nel 2023 migliora la concentrazione dei casi in poche strutture: 18 contro le 11 del 2022 effettuano almeno 200 interventi l’anno, pari al 35% degli interventi (era 24%).
«C’è ancora moltissimo da fare, del resto il governo regionale sta scalando una montagna complessa e insidiosa, ma il cambio di passo c’è e si vede»: questo il commento di Domenico Giannetta, consigliere regionale di Forza Italia. «C’è chi lavora per migliorare la Calabria e chi quotidianamente infanga la propria Regione. Oggi sarà una giornata nera per la consigliera Amalia Bruni», conclude.
«Le parole del direttore generale Agenas, Domenico Mantoan, durante la presentazione del Programma nazionale esiti (Pne) 2024-Report su dati 2023 di Agenas, certificano senza ombra di dubbio – dichiara la presidente della terza commissione consiliare sanità del Consiglio regionale Pasqualina Straface – un notevole cambio di passo nella gestione del comparto sanitario regionale, dopo decenni di disastri prodotti dai commissariamenti e taluni governi regionali inerti e litigiosi. Siamo – aggiunge – di fronte ad una conferma terza, autorevole e della quale andrebbe solo preso atto, dimostrando finalmente onestà intellettuale. Nonostante gli indicatori rivelino una tendenza al miglioramento dello stato della sanità calabrese, si è solo all’inizio di un percorso lungo e tortuoso» conclude Straface.
«Il dato che emerge dal Programma nazionale esiti, presentato oggi dall’Agenas, sulle performance degli ospedali pubblici e privati – commenta Francesco Cannizzaro, coordinatore regionale di Forza Italia – certifica la chiara inversione di tendenza della sanità calabrese impressa dal presidente Roberto Occhiuto, da quando ha assunto, a inizio mandato, anche il ruolo di commissario di un comparto massacrato nell’ultimo decennio. Secondo il direttore generale Agenas, Domenico Mantoan, “la grande sorpresa è la Calabria che è stata per anni maglia nera nel garantire i Livelli essenziali di assistenza e non lo è più: ha fatto notevoli balzi in avanti e addirittura ci sono ospedali con reparti di buona sanità”. Mentre la sinistra, in maniera ossessionata, attacca il presidente Occhiuto quotidianamente su tutti i fronti possibili, esponendo la nostra Regione talvolta al pubblico dileggio, c’è un centrodestra solido e pragmatico che lavora in silenzio e con grande determinazione per dare finalmente alla Calabria soluzioni, investimenti, servizi e un’immagine positiva. Da una parte le chiacchiere, dall’altra i fatti e il buongoverno» conclude l’esponente azzurro.
«Agenas oggi, nel report relativo ai dati del Programma nazionale esiti sulle performance degli ospedali italiani, indica la Calabria come la vera sorpresa. In meno di tre anni il presidente e commissario della sanità calabrese, Roberto Occhiuto, ha saputo invertire un trend che vedeva la nostra Regione perennemente fanalino di coda in tutti gli indicatori dei livelli essenziali di assistenza. Nonostante ci sia ancora tanto da fare nel sistema e nella rete dei nostri presidi ospedalieri, è del tutto evidente il nuovo cambio di passo che la Regione ha impresso per dare finalmente ai calabresi una sanità migliore». Ad affermarlo Michele Comito, capogruppo di Forza Italia nel Consiglio regionale della Calabria, che non manca poi di sottolineare i grandi progressi che la Regione sta compiendo anche in merito alla costruzione dei nuovi ospedali: «Sia sufficiente prendere ad esempio Vibo Valentia, dove il cantiere sta andando avanti in maniera decisa e dove presto si arriverà all’approvazione del progetto definitivo. Tutto questo – conclude Comito – a fronte di un centrosinistra inadeguato, il cui principale cruccio sembra essere quello di denigrare l’amministrazione regionale. Per fortuna i calabresi possono invece contare, e per molti anni ancora, su una Giunta regionale e una maggioranza di centrodestra che con impegno e caparbietà raccoglie risultati».
x
x