CATANZARO Quella disarticolata oggi con il blitz eseguito dagli agenti della Polizia di Stato della Questura di Crotone è «un’associazione radicata nell’area di Crotone che aveva acquisito il monopolio per la vendita della cocaina e dell’eroina, saturando il mercato. Parliamo di un’associazione che si è rigenerata dopo precedenti operazioni con nuovi assetti». Così, in conferenza stampa, il procuratore facente funzioni della Distrettuale antimafia di Catanzaro, Vincenzo Capomolla, commentando l’operazione condotta all’alba, con l’arresto di 44 persone (40 in carcere e 4 ai domiciliari).
Una «misura cautelare importante perché – ha spiegato Capomolla – si è trattato di un intervento in tempo reale, su vicende che erano di fatto in corso d’opera». Come spiegato ancora dal procuratore «l’area di operatività dell’associazione era costituita da più fronti, con coltivazioni e canali di rifornimento dalla Locride e dalla Piana di Gioia Tauro, oltre che un canale dalla Puglia attraverso soggetti albanesi ma soprattutto sono stati individuati vari addentellati dell’associazione con esponenti delle cosche storiche del Crotonese».
Nel corso dell’indagine, inoltre, sarebbero stato evidenziati «anche momenti che dimostrano la pericolosità dell’uso e dell’abuso di sostanze stupefacenti. Nelle indagini – ha spiegato Capomolla – sono stati registrati anche due decessi. Un aspetto allarmante e inquietante».
È toccato poi al direttore dello Sco, Vincenzo Nicolì, spiegare che «l’attività investigativa è stata svolta con strumenti tradizionali anche se con l’apporto di collaboratori di giustizia. L’egemonia dell’associazione sul territorio era esercitata attraverso la violenza che serviva anche a stabilire gli assetti visto che l’associazione era composta da una cinquantina di persone». «Abbiamo documentato un notevole flusso economico a monte e a valle dello spaccio – osserva Nicoli – ma ancora una volta registriamo come il traffico stupefacenti sia uno dei motori della forza delle associazioni». Tesi confermata anche dal Questore di Crotone, Marco Giambra: «In Prefettura sono almeno 200 le segnalazioni di assuntori stupefacenti e questo fa capire quanto il fenomeno sia radicato. Le attività sono ancora in corso e stiamo lavorando per cercare di ridurre la portata del fenomeno».
Come spiegato invece dal capo della Squadra Mobile di Crotone, Davide Bitorzoli, i soggetti indagati «partivano da ambienti degradati ma sono stati capaci di creare una rete interregionale. Abbiamo sequestrato tre piantagioni, 10 chili cocaina ed eroina e arrestato 31 soggetti in flagranza 31 soggetti», diversi dei quali avevano rapporti con le cosche della ‘ndrangheta locale. (redazione@corrierecal.it)
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