Chi si lamenta che la vita di provincia sia un pigro fluire, laterale, sempre in affanno verso il “Nuovo” che altrove accade, perviene a congetture errate quando afferma con aria di sufficienza “qui non succede mai niente”; a Cosenza, per esempio, tutti connessi in diverse e diverse chat ricevono locandine, inviti, segnalazioni di concerti, esecuzioni speciali, mostre di arte e di fotografia, messe in scena, spettacoli, molto spesso coincidenti per orario e giorno.
Una continua, ricca e articolata offerta, che spesso crea il disagio di dover scegliere e selezionare. Cosi è accaduto nel pomeriggio del 29 novembre, come al solito molti eventi, tutti interessanti, ciascuno con valide, proprie ragioni interne. Un numeroso pubblico non ha avuto dubbi a partecipare alla presentazione del Vocabolario Calabro – Laboratorio Etimologico Calabrese, edito dalla Casa editrice dell’Orso. Il prof John Trumper è stato responsabile scientifico di questo lungo lavoro di ricostruzione delle carte di Vincenzo Padula, che furono affidate dalla Fondazione Padula di Acri al gruppo di ricerca, nel 1995. Da allora iniziò una prima sistemazione e trascrizione dei termini dialettali, raccolti da Vincenzo Padula, che approdò alla pubblicazione del primo volume (A-E), a cura del prof Trumper, presso la Casa Editrice Laterza, nel 2001, presentato in Acri nel gennaio del 2002.
Negli anni seguenti si configura un progetto autonomo di ricerca: sempre con il coordinamento di Trumper, si forma con Cinzia Citraro, Leonardo di Vasto, Marta Maddalon, Antonio Mendicino e Nadia Prantera un comitato di redazione, che arriva nel 2017 alla pubblicazione del secondo volume (F-O) per la casa editrice Dall’Orso, mentre nel 2019 la stessa casa editrice riedita il primo volume, il 2024 vede il completamento dell’opera, sempre per i tipi della Dell’Orso. Un cammino lungo, faticoso, a cui hanno partecipato numerosi e volenterosi studiosi, conseguendo un’opera davvero importante, per gli esiti della ricostruzione del lavoro di Padula, per le ricerche molto approfondite sui dizionari esistenti in tutta la Calabria, per gli ambiti coinvolti, dal lessicografico a quello storico, con commento finale che «può includere osservazioni dalla dialettologia alla etnolinguistica, toponomastica, alla fonetica e alla fonetica storica».
Un merito evidente, che emerge dagli interventi di Trumper, di Maddalon e di Prantera, è il riferimento non al Calabrese, ma alle zone dei parlanti calabresi fin dai tempi di Padula, di cui si definiscono i confini, in riferimento anche agli studi di fine dell’800, che indicano l’area greca e l’area romana come etimologie prevalenti, mentre attraverso Padula si arriva a definire una ripartizione, che tutt’ora mantiene una vitalità. Dunque un lavoro tra passato e presente, che raccoglie pagine sparse, annotazioni affrettate, magari disordinate, su cui si è lavorato in ricuciture e interpretazioni; di questo intreccio di territori e dialetti se ne dà una visione articolata, essa si presenta utile nei tempi attuali, non solo per comprendere quanto siano antichi i calabresi e le diversità nella loro usuale parlata, quanto verso prospettive di studio per eventualmente registrare mutazioni delle lingue e dei dialetti come nell’uso accade, dato il metodo scientifico praticato.
L’esito di questo lungo e faticoso lavoro è destinato agli Enti locali, per dotarsi di uno strumento di conoscenza continua, sempre utile, alle scuole di ogni grado per trattare il dialetto e la lingua nella dimensione corretta di reciprocità e scambio, alle Biblioteche dalle più piccole alle più importanti proprio per custodire un irrinunciabile patrimonio culturale della Calabria e per offrirlo allo studio di futuri studiosi. Si è determinato nel piovoso pomeriggio del 29 novembre un corto circuito per me doloroso, perché ho riflettuto che la biblioteca più adatta all’accoglienza di questo prezioso scrigno fosse la Biblioteca Civica di Cosenza, proprio perché il Vocabolario Calabro andrebbe a collocarsi accanto alle altre opere di Padula, al Brutio, di cui costituirebbe una moderna realtà aumentata per una più efficace comprensione e un maggiore utilizzo. Al momento la Civica è chiusa, non credo che il Consiglio di Amministrazione sia nelle condizioni per un simile acquisto. Certo è bene che la cittadinanza sia rassicurata che la Civica non subisca affronti più di quelli che ha già subito, è bene che circoli la più ampia informazione sui lavori di ristrutturazione e ripristino dell’edificio per effetto del CIS, mentre appare molto opaco il tacere su quando la Biblioteca riaprirà e secondo quale gestione.
Al momento è Civica Amica che può intervenire in nome e per conto della Biblioteca Civica per effetto delle donazioni: essa agisce in tal senso con il diritto di chi l’ha frequentata, di chi si è formato in quelle sale, di chi lamenta che esiste in città una generazione di adolescenti, che non ha mai varcato quel cancello, che non si è mai accostato a quei cataloghi, né può visitare un sito aggiornato. Allora la decisione è subito presa: a gennaio ’25 si terrà una nuova presentazione dell’opera nella sede di civica amica, in corso Telesio 69, così come si perfezionerà in quella sede l’acquisto per conto della Biblioteca Civica di una copia di tutta l’opera per rendere omaggio al prof Trumper e ai coraggiosi del gruppo di ricerca, per affermare che l’agire da cittadini è un valore, ma soprattutto per porre una domanda: ancora c’è qualcuno che sente di sostenere che la raccolta fondi non serve???
* associazione CivicAmica
Cosenza
Il futuro della Civica, il polo d’eccellenza con tanti debiti e zero bibliotecari
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