LAMEZIA TERME «(…) cerca di fare il sindaco che ti aiutiamo… se tu ti porti a sindaco, perché a noi ci interessa, perché noi non siamo 200 ma non ti dico… ma una ventina siamo…». Il controllo del territorio da una parte, dall’altra anche l’intenzione di mettere piede nella politica attraverso figure di riferimento. Così il presunto capo cosca nel bresciano Stefano Terzo Tripodi (cl. ’60) di Sant’Eufemia d’Aspromonte, avrebbe instaurato un “legame” con Mauro Galeazzi (cl. ’63), già arrestato nel 2011 per tangenti e poi assolto, ex consigliere comunale in quota Lega del comune in provincia di Brescia, finito ai domiciliari nel blitz condotto questa mattina – su ordine del gip del Tribunale di Brescia – da Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza, con l’arresto di 25 soggetti.
Come ricostruito dalla Dda di Brescia e riportato dal gip nell’ordinanza, l’accusa di scambio politico-mafioso nei confronti di Galeazzi troverebbe riscontro «in una serie di intercettazioni e conversazioni ambientali», frutto dell’abituale frequentazione degli uffici di Tripodi. È il 2021 e l’esponente leghista sogna di riprendere l’attività politica dopo la vicenda processuale che lo aveva poi visto assolto, e così a Tripodi comunica la sua intenzione di candidarsi a sindaco del Comune di Castel Mella, con quest’ultimo che si sarebbe messo a disposizione per «portare un piccolo bacino di voti all’interno del Comune», annota ancora il gip. Galeazzi, comprendendo quanto affermato da Tripodi avrebbe evidenziato «come all’interno degli enti pubblici circolasse cospicuo denaro», si legge ancora nell’ordinanza.
La possibilità che Galeazzi venisse eletto sindaco stuzzicava, dunque, la “fame” di Tripodi, intenzionato a trarre benefici economici dall’eventuale vittoria. «(…) cosa c’è da mangiare lì? Fammi mangiare…» dice proprio a Galeazzi, «con gli appalti, con gli appalti, fammi entrare negli appalti…». Il candidato dal canto suo rispondeva: «(…) da vedere se ci sono degli appalti, sarebbe bello quello della RSA, li sarebbe bello trovare qualcuno che gli interessa più meno l’affare…». In questo caso, come ricostruito dalla Dda e riportato dal gip nell’ordinanza, Tripodi aveva pure ipotizzato di coinvolgere Giovanni Francesco Acri (cl. ’57) di Rossano, con Galeazzi che «avrebbe illustrato l’ingente quantità di fondi pubblici per chi realizza tali strutture e segnalava l’appetibilità dell’affare», annota ancora il gip nell’ordinanza.
«(…) tutti i calabresi della zona li facciamo votare, a tutti glielo dico io se no, non ti votano…». Tripodi, dunque, si sarebbe convinto di appoggiare proprio la candidatura di Galeazzi. Le elezioni amministrative, che avrebbero visto un risultato piuttosto deludente per Galeazzi, si sono poi tenute il 3 ed il 4 ottobre 2021. Un’alleanza, dunque, poco proficua. Secondo il gip però «lo scambio di conversazioni offre uno spaccato alquanto diretto dell’accordo profilato tra Tripodi e Galeazzi» in vista delle elezioni, con la promessa del primo di portare alcuni voti al candidato sindaco e con l’indicazione del secondo «dei possibili settori pubblici dove inserirsi per conseguire cospicui guadagni». Inoltre, sempre secondo il gip, non ci sarebbero dubbi «sul fatto che Galeazzi conoscesse l’ambiente criminale di appartenenza di Tripodi». (g.curcio@corrierecal.it)
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